Sarà l’investimento vincente del 2021? Il caso del flex-office

co-working

Nell’era post-Covid, alcune tendenze oggi in erba potrebbero ulteriormente prendere piede. E lanciare (oltre che lasciare) il segno, segnando il sentiero in merito al futuro che verrà. Se così dovesse essere, come al solito chi avrà lo spirito di muoversi per primo potrebbe godere di rendite da posizione dominante sul mercato.

Con riferimento al real estate, ci chiediamo se questo sarà l’investimento vincente del 2021. Di quale sub-segmento stiamo parlando? Scopriamolo insieme.

Londra detta il futuro dello smart-office

Il micro-trend in questione rimanda al mondo degli uffici, praticamente oggi una terra arida da quando il Covid ha imposto lo smart working. Ma quale futuro attendersi da questo segmento, sarà l’investimento vincente del 2021?

Oltremanica, patria delle lavanderie condivise a gettoni e dei mega Internet-point, si sono reinventati i nuovi uffici smart.

Si tratta di spazi attrezzati per uffici e messi a disposizione di aziende, liberi professionisti, uomini d’affari. Si possono affittare per periodi brevi o anche ad ore. Da quando l’incertezza legata al Covid ha preso il sopravvento, in tanti preferiscono infatti le soluzioni senza vincoli. Si preferisce pagare un affitto, di breve o brevissimo termine, anziché legarsi a mutui o a contratti d’affitto che durano anni.

Ambienti creativi e funzionali al massimo, ed abbinati anche a uno specifico tema. C’è ad esempio la sala in stile decó e quella che ricalca invece lo scheletro di una nave immersa nel Tamigi. Mentre, per chi ama sognare e ha nostalgia della fanciullezza c’è anche la stanza con Alice nel Paese delle meraviglie. In ogni caso si tratta sempre di spazi che offrono anche ambienti condivisi: può essere il caso della palestra o la sala ricreazione o il bar.

I flex-office in Italia

Anche in Italia vanno prendendo piede gli smart-office, specie nelle  città più grandi. Poi, per il resto, quest’esigenza di flex-office è più sentita dal lato della domanda. L’offerta infatti, almeno per adesso, sembra sguarnita di proposte interessanti.

Tradotto, sul mercato c’è voglia di spazi condivisi che coniughino al meglio più esigenze. Si è alla ricerca di ambienti in sicurezza, efficienti sul piano dei servizi offerti, e che diano un minimo di spazi di socializzazione. Il tutto con uno sguardo attento ai vincoli d’uso e ai costi, che debbono risultare i più flessibili possibile.

Siamo nell’era delle e-community, dei contratti a tempo, dei saperi condivisi, dei lavori da remoto e della sharing economy. Vista in quest’ottica, il flex-office è niente di più dell’abito su misura per il nuovo paradigma sociale ed economico 2.0.

Il mercato del flex-office.  Sarà l’investimento vincente del 2021?

Ma qual è lo spazio, in numeri, del mercato degli uffici flessibili? Un’indagine al riguardo l’ha condotta CBRE. Dai dati emerge che la quota di take-up (cioè assorbimento) ad uso flessibile, rispetto al volume totale, è pari al 6% e al 5% per le città di Milano e Roma. Una quota che rispecchia il livello medio delle big cities europee, pari al 6%.

In merito invece all’incidenza delle soluzioni flessibili sul totale, il peso è dell’1,3% per Milano e lo 0,7% per la capitale. In questo caso i valori delle due città italiane risulta essere nettamente sotto la media delle altre realtà europee: il 2%.

Il tempo che verrà

Siamo partiti chiedendoci se sarà quello immobiliare l’investimento vincente del 2021. Troppo presto per dirlo. Abbiamo da un lato la deformazione professionale a leggere i trend (attuali e prospettici), dall’altra la passione dei numeri. Entrambe ci portano a dire che lo smart-office potrebbe divenire anche uno dei sub-segmenti real estate del futuro.

Prendiamo, giusto per fare un esempio, il caso di una piccola-media città capoluogo di provincia, tra i 100 e i 200mila abitanti. Per quanti operatori ci potrebbe essere spazio per agire sul mercato? Sicuramente solo per una frazione del novero di operatori che già oggi operano su una città come Roma, per esempio. Milano, infatti, fa storia a sé e sarebbe decisamente fuorviante se presa come riferimento.

Tutto poi ovviamente dipende dal preciso contesto economico della città presa a riferimento e dalle esigenze avanzate dalla locale clientela.

Sapremo solo in futuro se sarà l’investimento vincente del 2021

Il futuro sarà tutto da scrivere. Ma potremmo avere spazi di lavoro del tutto nuovi e posti a metà strada tra il flex-office e il co-working. Un ibrido, insomma, tra l’ufficio old style e la fucina di cervelli, di liberi professionisti, che si scambiano sapere, conoscenze ed esperienze.

Magari con annessa area verde attrezzata e/o grande centro commerciale nei paraggi. ‘Optional’ che indirettamente avvantaggerebbero lo smart-office, nel senso di integrarne i servizi offerti al cliente ed ottimizzarne i tempi di permanenza nello stesso.

Il mercato è ancora giovanissimo, ma il Covid sembra vestire i panni giusti della potenziale miccia al decollo definitivo di questo business. Dunque, questo sarà l’investimento vincente del 2021?

Invece, nell’articolo di cui qui il link parliamo del trend del mercato immobiliare del primo trimestre 2021.

Consigliati per te