Ritracciamento o crisi dei mercati: gli esperti

i mercati internazionali

Dopo due settimane di forti ribassi, come va catalogato il movimento? Ritracciamento o crisi dei mercati?

Le ultime notizie sul fronte della guerra commerciale parlano di toni che si tenta di ammorbidire. Ma la paura di una crisi di mercato si alterna alla speranza di un semplice ritracciamento.

Cosa dicono gli espertimer

Ritracciamento o crisi dei mercati?

Quasi 3.500 miliardi di dollari bruciati dall’inizio dell’escalation sui dazi. Mercati che, in preda al sell off per giorni, adesso sembrano sperare in un cambio di rotta. Da qui la speranza che, invece di una crisi, si possa trattare di un semplice ritracciamento dei mercati. Ritracciamento che, tra l’altro, potrebbe essere utile per riuscire ad abbassare valutazioni in molti casi ai massimi storici. Ad ogni modo si è trattato di un incidente che ha portato la già debole prospettiva di crescita ad essere ulteriormente dimezzata nella view degli esperti.

Recessione no, ma…

Se prima si sperava nella strategia delle banche centrali per risolvere la situazione, adesso le cose potrebbero essere leggermente più complicate.

Questa in estrema sintesi la view di T. Rowe Price secondo cui non siamo i recessione ma, ovviamente, per sperare in una ripresa dell’economia bisognerà attendere ancora sei mesi. Buone notizie per chi opera sulla volatilità visto che in questo periodo ce ne sarà molta. Un’occasione da sfruttare?

Per T. Rowe Price potrebbero essere i bond dei Paesi emergenti.

Ritracciamento o crisi dei mercati e i rischi sull’economia Usa

In tutto questo Trump è tornato ad usare toni concilianti dichiarando che entro 3 o 4 settimane si potrà arrivare ad un accordo. Un messaggio lanciato al vicepremier cinese Liu He. Anche perché, qualora non si riuscisse ad arrivare ad una intesa scatterebbero i famosi dazi già annunciati ed applicati da venerdì ma anche ulteriori tariffe. Tutto questo porterebbe le barriere commerciali a coprire il totale delle esportazioni cinesi in terra statunitense.

Tradotto in numeri: 540 miliardi di dollari. Ovviamente Pechino non permetterebbe una cosa del genere e già ha parlato di nuove contromosse che guarderebbero per lo più alle materie prime. Da qui la paura di scontro totale con la Cina e un pericolo recessione per l’economia americana per fine 2020.

Lo scenario peggiore: ritracciamento o crisi dei mercati?

Lo scenario peggiore non solo a livello finanziario mondiale ma anche politico. La fine del 2020, infatti, coinciderebbe con le elezioni presidenziali statunitensi. Elezioni alle quali Trump con ogni probabilità si presenterà e alle quali voteranno anche gran parte di coloro che, attualmente, rischiano di pagare il conto più salato: gli agricoltori. Infatti le grandi “farm” a stelle e strisce potrebbero vedersi tagliate le ordinazioni già ipotizzate con Pechino.

Non solo. Le grandi industrie statunitensi potrebbero avere difficoltà nella catena di approvvigionamento, a tutto discapito dell’occupazione Usa e delle vendite del settore privato.

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