Risparmio gestito e liquidità: chi vince?

Risparmio gestito

Abbiamo visto recentemente come in Italia la liquidità sia in forte rimonte rispetto al risparmio gestito.

Come sempre dopo ogni shock gli italiani tornano alla prudenza.

La crisi sub-prime è stata così intensa e lunga che evidentemente gli effetti si sono protratti…oppure no?

In realtà un recente studio di Bankitalia ci indica che sui 10 anni il risparmio gestito è praticamente raddoppiato come incidenza nei portafogli degli italiani che dispongono di risparmi.

Scende la ricchezza delle famiglie

Nonostante la maggiore disponibilità al risparmio gestito e alle attività finanziarie in genere salito dal 17% al 31%, però dallo studio di Bankitalia emerge una diminuzione della ricchezza netta.

Insomma  sul lungo periodo le famiglie italiane credono sempre più nel risparmio gestito.

Poi evidentemente, forse o meglio probabilmente, le scelte, visto il calo complessivo dei portafogli, non sono state le migliori sia come timing che come asset allocation.

Bankitalia “promuove” il gestito

Secondo lo studio di Bankitalia, prodotti come quote di fondi di tutti i generi e polizze assicurative sono ora al 31% delle attività finanziarie, contro il 17% nel 2008.

Banca d’Italia poi ne dà un chiaro input favorevole al risparmio gestito scrivendo che: “oltre a consentire di accumulare risparmio a fini previdenziali e di acquistare protezione contro i rischi, agevolano la diversificazione del rischio di portafoglio”.

Top per l’obbligazionario ma sale l’azionario: diversificazione e timing

Nello specifico il report  ci fornisce anche numeri sorprendenti.

Ad esempio, pare stia calando, complice l’ abbattimento dei rendimenti offerti, la preferenza degli italiani per le obbligazioni.

Nel 2018, secondo il report, si è registrata“una forte riduzione (pari a 14 punti percentuali) del peso delle obbligazioni” nei portafogli delle famiglie italiane.

Nonostante questo i bond “rimangono comunque la componente prevalente (65%)”.

Viceversa sono salite di ben il 5% e dei fondi comunica che come dato complessivo sono cresciuti del 9%.

Come al solito gli italiani sono entrati sul rischio(compreso il risparmio gestito) sulle fasi di picco e ora pagano dazio.

Il solito timing perfetto di chi entra dopo avere visto prolungati rialzi che alla lunga convincono anche molti dei prudenti ad entrare. Sbagliando timing e probabilmente anche scelte!

Sfiducia nei titoli di Stato e nelle obbligazioni bancarie

Se il calo di fiducia nei confronti dei titoli obbligazionari delle banche ha avuto un senso quello nei confronti dei titoli di Stato italiani post QE della BCE è stato veramente una prova di superficialità.

Ma come? I nostri BTP sono coperti dalla BCE che si è impegnata in più fasi a sostenerne il prezzo, offrono cedole ancora appetibili e vengono scartati come normali obbligazioni private…assurdo!

E in cambio si vanno a comprare bond esteri col rischio di cambio incombente e che con l’euro degli ultimi anni immaginiamo che danni abbiano subito!

Non c’è che dire, parlando in generale,  gli italiani pare non vogliano mai imparare dalle lezioni del passato.

 

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