Ripresa Italia, perché nei prossimi tre mesi ci giochiamo il nostro futuro

Eurozona

Con l’avvio dell’autunno, l’Eurozona sta entrando in una fase di transizione complicata, avverte Standard & Poor’s. Venerdì scorso l’agenzia di rating ha migliorato la stima sul PIL italiano nel 2020 a -8,9% dal precedente -9,5%. Nel 2021 la crescita europea rimbalzerà al 6,4%- 6,1% rispetto al 5,3% precedentemente indicato. Nel rapporto, si sottolinea come l’Eurozona si stia riprendendo “più velocemente del previsto” dalla crisi provocata dal Covid-19. Ma questo vale anche per l’Italia oppure no?

Ecco cosa ho spiegato nel corso del mio intervento per ProiezionidiBorsa nel pomeriggio del 25 settembre 2020 al salone “Investing Roma”. In sala Focus si è tenuta la tavola rotonda “Dove andranno i mercati e le economie mondiali: proposte e previsioni”. Ho partecipato insieme al nostro editore Gerardo Marciano, all’economista Emanuele Canegrati e all’avvocato Clara Altieri. La giornalista Maria Rosa Monaco di Rai 3 ha moderato i nostri interventi e il dibattito col pubblico.

La crescita di Eurolandia

Secondo S&P sta migliorando le prospettive di crescita di Eurolandia quest’anno a -7,4% con un rimbalzo al 6,1% nel 2021. Stime più rosee delle attese anche sul fronte della disoccupazione che dovrebbe raggiungere un picco del 9,1% nel 2021. L’agenzia di rating avverte come la zona euro stia entrando ora in una “fase di transizione complicata”. Che significa vediamo cosa accade con il graduale venir meno delle misure di sostegno governativo e l’attuazione del programma di riforma dell’Ue. Carichiamoci tutti di energia, dunque, ma anche di consapevolezza. Perché i numeri dell’Italia, nelle ultime settimane non sono per nulla confortanti. 

Industria e servizi ancora in affanno

Il Purchasing Managers’ Index ha segnalato un nuovo calo dell’attività in agosto (47,1), confermando i rischi di una lenta risalita. Il settore turistico ha subito una forte flessione nei mesi estivi (-50% di presenze, -70% le città d’arte secondo la stima di Federalberghi). Anche l’industria non ha ripreso il ritmo giusto. La produzione industriale a luglio ha recuperato come atteso (+7,4%), ma in agosto-settembre non si prevede più di una stabilizzazione (stime CSC). Ciò significa un recupero nel 3° trimestre poco sopra il +20%. Ma siamo a -10%,  se guardiamo ai livelli pre-Covid. 

Consumi interni ed export in recupero lento

Per quanto riguarda la domanda interna, in agosto la fiducia dei consumatori è risalita appena e resta piuttosto bassa. I consumi privati (-11,3% nel 2° trimestre) sembrano frenati dall’ incertezza sul lavoro e da varie perdite di reddito. Appare apprezzabile ma parziale, fino ad agosto, anche la ripresa della fiducia delle imprese. Gli ordini interni dei produttori di beni di consumo e di investimento confermano un moderato recupero nel 3° trimestre. Passando all’export, quello di beni ha recuperato a giugno (+14,2%), anche se siamo molto al di sotto dei livelli pre-Covid (-15,0%). 

Ripartenza a macchia di leopardo

Ripresa Italia, perché nei prossimi tre mesi ci giochiamo il nostro futuro. La ripartenza, insomma, è a macchia di leopardo, molto diversificata tra settori e mercati. La dinamica è positiva per gli alimentari, bene anche l’hi-tech. Mentre si accusa una forte caduta nei mezzi di trasporto e il lusso. Mostrano un miglioramento le vendite italiane in Germania, Cina e Giappone, si amplia la contrazione negli USA. Le prospettive da qui a fine anno appaiono incerte: in agosto gli ordini esteri del settore manifatturiero appaiono molto indeboliti.

Occupazione tenuta in piedi dalla CIG

Il traguardo della piena occupazione continua a preoccupare l’opinione pubblica italiana, ma non solo, è un tema cruciale a livello mondiale. A luglio gli occupati sono aumentati di 85mila unità, ma restano in calo. Da febbraio ad oggi sono stati assunti 471mila lavoratori in meno. Continua a salire il numero di persone alla ricerca attiva di lavoro, crollato durante il lockdown. L’occupazione continuerà a tenere fino a fine anno, salvaguardata dall’ampio ricorso alla CIG. Ma si teme che, chi non ha usufruito della cassa, si prepari a licenziare con l’avvio del 2021.

Le imprese mostrano grandi difficoltà, a luglio si registra un forte aumento del credito richiesto alle banche (+4,4% annuo). Questo trend è sostenuto dalle garanzie pubbliche promesse, in risposta alle necessità di liquidità. I prestiti emergenziali hanno raggiunto quota 90 miliardi al 9 settembre (dato Task Force). Ciò aiuta nel breve, ma pesa sul debito bancario: da 16,5% a 18,4% del passivo (stime CSC), annullando parte del calo dell’ultimo decennio. 

Ripresa Italia, perché nei prossimi tre mesi ci giochiamo il nostro futuro

E concludiamo con i tassi. Il tasso sovrano in Italia si è stabilizzato a settembre (0,99% il BTP decennale), sui bassi valori di febbraio. Si registra lo stesso andamento per lo spread dagli altri paesi dell’Eurozona: quello della Germania è fermo a +1,46%. Ciò favorisce le finanze pubbliche, ma evidenzia anche che i mercati continuano a percepire l’Italia come più rischiosa rispetto alle altre economie dell’area.

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