Riforma catastale e Lega tra criticità e prospettive future

catasto

Alla ribalta della cronaca politica non sono saliti, in questi ultimi giorni, solo i risultati delle elezioni amministrative, ma anche i distinguo tra Lega e resto dell’esecutivo.

In particolare, in riferimento alla riforma che riguarda il catasto.

Ma quali sono i motivi di questo dissidio?

Riforma catastale e Lega tra criticità e prospettive future

Inutile nasconderlo. Ogni riforma con implicazioni fiscali è potenzialmente in grado di risultare destabilizzante per un Governo, costituendo spesso terreno di divisione su visioni macroeconomiche e politiche.

Da un lato, di solito, si schierano i rigoristi di bilancio, per i quali prima preoccupazione sono il gettito fiscale e gli equilibri di finanza pubblica.

Sull’altro versante quelli che potremmo definire liberisti, per i quali mai nessun serio obiettivo di finanza pubblica potrà essere raggiunto, senza una crescita economica, agevolata da un contenimento della pressione fiscale.

In tale contesto si inseriscono, per l’Italia, le richieste UE, ai fini della concessione delle risorse del PNRR, e financo dell’OCSE.

L’elemento divisivo

I ministri della Lega hanno richiesto più tempo per valutare attentamente la portata della normativa alla base della riforma, comunicata solo con un breve anticipo temporale rispetto alla riunione dell’esecutivo.

Ma quali sono i veri nodi divisivi?

È vero che Draghi ha detto che, per il momento, la riforma non porterà nuovi aumenti della pressione fiscale. Ma opportunamente è stato osservato che questo non basta. Quel che conta è anche l’impatto a medio e lungo termine.

E nelle intenzioni della Lega era infatti presente anche un obiettivo particolare.

Quello di scongiurare non solo un incremento delle tasse a breve, ma anche di evitare qualsiasi strumento, che potesse essere utilizzato nel medio termine per innalzare la pressione fiscale.

Metodo e contenuto di una riforma

Approfondiamo quindi il tema e domandiamoci se tali rilievi possano aver a che fare con la riforma presentata da Draghi, unitamente a riflessioni su questioni di metodo.

Partendo da queste seconde, occorre osservare che il metodo, con cui si arriva all’articolato ed all’approvazione di un testo legislativo, hanno poco a che fare con la costruzione teorica, disegnata dalla Costituzione.

O meglio, le norme costituzionali, che prevedono competenze parlamentari e governative, sono solo la punta dell’iceberg.

Certamente ministri e parlamentari si occupano di disegni di legge ed altri atti normativi, ma più che altro in fase di approvazione. Ma esiste tutto un lavoro preliminare, per arrivare alla formulazione del testo.

In tal senso è indispensabile l’opera di tecnici dei ministeri, delle camere e dei partiti, che formulino e modifichino le norme.

Poi il testo va ai politici, per eventuali valutazioni.

È quindi evidente che soprattutto una riforma complessa, come quella di cui parliamo, richiede tempo per essere studiata e compresa.

Ed anche il politico più esperto, se non è un addetto ai lavori competente in quella specifica materia, potrebbe incontrare non poche difficoltà.

Nel caso in questione, a quanto pare alla Lega il testo della possibile riforma è stato trasmesso con troppo poco anticipo, per le necessarie riflessioni.

E ovviamente, soprattutto su un asse portante della politica come una riforma fiscale e catastale, ci si è voluti prendere più tempo, smarcandosi dalla riunione ministeriale.

Ma quanto al contenuto?

Il testo, intanto, è stato analizzato da Confedilizia, che ha indicato alcune interessanti note.

Lo stesso Draghi non ha affermato che tale riforma non consentirà, sia pure in futuro, un aumento della pressione fiscale.

Con maggior precisione Confedilizia nota che non ci sono paletti in tal senso.

Formulando un’osservazione in chiave tecnica, potremmo dire che manca una norma sull’invarianza fiscale.

Per garantire la Lega e, insieme a lei, tutti coloro che intendono impedire che la riforma possa essere strumento di maggior pressione fiscale, occorre che vi sia una norma che stabilisca quanto segue.

Se, a fronte di norme vigenti o future, l’applicazione di quanto previsto dalla riforma comporta maggiori oneri fiscali per il contribuente, si applica la previgente normativa.

A quanto pare, almeno secondo l’analisi di Confedilizia, tale paletto al momento non sussiste.

Come notiamo, sono sia di merito che procedurali i rilievi critici che la Lega ha sollevato. E non solo la Lega.

Equilibri politici

Taluni hanno letto la posizione della Lega come dovuta soprattutto ad un non positivo risultato elettorale, conseguente alle amministrative.

E, anche per voler seguire il primo partito del centrodestra, Fratelli d’Italia, si dice che Salvini abbia voluto sottolineare elementi di maggior identità politica, come appunto quelli basati sull’opposizione alla pressione fiscale.

Tali elementi possono essere presenti nella discussione politica, ma probabilmente i rilievi critici sarebbero emersi ugualmente.

E non solo in seno alla Lega.

Molti restano infatti convinti della necessità di paletti molto espliciti contro un possibile incremento della pressione fiscale, ma c’è di più.

Come ha osservato ancora Confedilizia, il rischio è anche che l’edilizia, spesso elemento trainante per l’intera economia, possa invece arrestarsi, a fronte di timori di una nuova recrudescenza fiscale, sia pure traslata verso un orizzonte temporale di medio termine.

Conclusioni

Ma a proposito di riforma catastale e Lega tra criticità e prospettive future, restiamo anche noi convinti che il Paese, senza una particolare crescita economica, avrà serie difficoltà nel far rientrare certi parametri di bilancio in limiti più ragionevoli.

E quindi, se proprio una riforma si deve fare, deve essere accompagnata da precise norme, che garantiscano l’invarianza della pressione fiscale.

Questione diversa è il far emergere un sommerso, che sfugge al fisco.

Quanto al metodo con cui si arriva alla formulazione dei testi normativi, anche questa vicenda ci consente di prendere atto di una realtà procedurale, come la seguente.

Il testo si origina, nella maggior parte dei casi, ad opera di tecnici

Poi il politico fa magari del proprio meglio per capire relazioni e spiegazioni. Ma spesso il poco tempo a disposizione non consente più di tanto quelle che potrebbero essere più attente considerazioni. Si arriva all’approvazione, spesso, di testi di cui neppure si ha sempre piena consapevolezza.

Qualche riflessione ulteriore, prima di varare una riforma come quella del fisco e del catasto, parrebbe necessaria.

Ed anche noi restiamo convinti che non bastino rassicurazioni verbali. Occorre l’inserimento di una vera e propria normativa in materia di invarianza della pressione fiscale.

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT

Consigliati per te