Rientra l’emergenza sul petrolio. I titoli nel mirino degli analisti

Rientra l’emergenza sul petrolio

Rientra l’emergenza sul petrolio dopo gli attacchi dei droni agli impianti di Saudi Aramco. Tanto che alcuni titoli arrivano ad essere ottime occasioni d’acquisto nel mirino degli analisti.

La panoramica sul petrolio

Il petrolio torna ad orbitare intorno ai 62 dollari al barile.

Nonostante l’iniziale paura dettata dal crollo della produzione (praticamente dimezzata) accusata da Ryad a seguito degli attacchi rivendicati dai Pasdaran iraniani. A dare una mano sono stati gli 11,3 milioni di barili al giorno che possono essere offerti già entro le prossime settimane. Una rassicurazione che però, secondo alcuni esperti, va contro quanto effettivamente necessario per ripristinare le strutture danneggiate.

Le previsioni

Ma non è solo una ritrovata offerta a debilitare le quotazioni. Il pessimismo sulle trattative Usa-Cina (in pochi credono agli annunci ammiccanti di Trump su un accordo prima del tempo). Aumento delle scorte di greggio a stelle e strisce e l’effettivo rallentamento della domanda internazionale. Tutti elementi che lasciano presagire un autunno caldo. Emirati arabi, Kuwait, Oman sembrano però aver ricevuto richieste da parte del regno arabo per importanti quantitativi di greggio.

Il caso Eni

E se rientra l’emergenza sul petrolio, c’è chi, come Eni si allontana, momentaneamente dal Medio Oriente per spostare il focus del business in Norvegia. Di queste ore la notizia che il cane a sei zampe ha rilevato gli asset di Exxon in Norvegia. Una mossa che ha portato l’azienda italiana a creare di fatto tre poli principali nella produzione di petrolio: Egitto, Emirati e, appunto, Norvegia. Totale dell’operazione: 4,5 miliardi di dollari.

La view degli esperti

Ma il titolo italiano rientra anche nella più ampia analisi degli esperti di Rbc che hanno preso in esame le azioni del settore energetico. Eni, con il suo 6,2% di dividendo nell’esercizio 2019 (payout 25%) ha ottenuto un rating neutrale (sector perform) con target price a 17 euro. Ma non è la sola nel mirino di Rbc. A riscuotere i maggiori successi sono Bp, Total e Equinor. Il primo con il suo dividend yield al 6,7% nell’esercizio 2019 (payout 31%) incassa un rating outperform con t.p a 615 euro. Idem Total (outperform) con la cedola 2019 a 5,9% (payout 24%) e t.p a 58 euro. Outperform anche per Equinor (dividend yield al 5,3% nell’esercizio 2019) con target price 220 corone norvegesi. Il payout è il più basso tra le tre: 18%.

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