Rendono di più 10.000 euro sul BTP a tasso fisso o su quello indicizzato all’inflazione?

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Investire nei titoli di Stato a tasso fisso per i prossimi mesi, potrebbe rivelarsi una scelta azzardata. La possibile crescita dell’inflazione suggerisce di valutare scelte alternative, come i BTP a tasso variabile legati al costo della vita. In questo articolo scopriremo se rendono di più 10.000 euro sul BTP a tasso fisso o su quello indicizzato all’inflazione.

Cosa sta rimescolando le carte nel comparto obbligazionario

Per chi vuole investire in titoli di Stato, gli scenari economici che si stanno delineando non facilitano il compito. L’auspicata forte ripresa economica spingerà, presumibilmente, in alto i prezzi dei beni di consumo. L’inflazione è nemica delle obbligazioni a tasso fisso, perché con sé porta un aumento dei rendimenti e di conseguenza un calo dei prezzi in queste obbligazioni.

Oggi, chi volesse investire in titoli di Stato, si troverebbe davanti al dilemma se scegliere titoli a tasso fisso, per esempio i Buoni del Tesoro Poliennali. Oppure se puntare su strumenti con cedola variabile, per esempio i BTP legati all’inflazione. Ve ne sono di due tipi. Uno è indicizzato all’incremento del costo della vita nazionale, l’altro è indicizzato all’inflazione europea.

BTP a tasso fisso contro BTP Italia, entrambi con scadenza nel maggio 2025

Immaginiamo di volere investire 10.000 euro, 20.000 euro o 100.000 euro, la cifra è irrilevante per il ragionamento, in BTP. È meglio il classico Buono del Tesoro Poliennale oppure scegliere il BTP indicizzato all’inflazione? Lasciamo parlare i dati storici recenti. Analizziamo la performance del BTP scadenza maggio del 2025 (Isin: IT0005327306) e del BTP Italia indicizzato all’inflazione, con identica scadenza (Isin: IT0005410912).

Partiamo dal rendimento. Il BTP a tasso fisso, che vanta una cedola annua dell’1,45%, nell’ultima seduta si poteva acquistare a 106,40 centesimi. Comprando a questo prezzo e attendendo il rimborso a maggio 2025, si otterrebbe un rendimento negativo totale dello 0,2%. Per il BTP Italia, che attualmente ha una cedola dell’1,4% e si acquista a 106,9 centesimi, non è possibile determinare il rendimento a scadenza. Infatti la cedola, e quindi il rendimento, cambiano a seconda dell’inflazione.

Rendono di più 10.000 euro sul BTP a tasso fisso o su quello indicizzato all’inflazione?

Ma si può verificare la performance dei due titoli negli ultimi tre mesi. Questo dato offre un’indicazione sulla tendenza del mercato. Il prezzo del Buono del Tesoro poliennale a tasso fisso negli ultimi 3 mesi ha perduto lo 0,5%. Solamente nell’ultimo mese il calo è stato dello 0,45%. Il BTP Italia, indicizzato all’inflazione nell’ultimo mese ha visto crescere i prezzi dello 0,1%. Negli ultimi 3 mesi i prezzi sono saliti dell’1% e sono cresciuto del 3% a sei mesi.

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