Recessione? Voci esagerate per JP Morgan e HSBC

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Ancora a favore del rischio sia JP Morgan che HSBC. E la recessione? Stando alle previsioni degli esperti di entrambe le banche, sarebbero eccessivi.

Paure fugate?

Non sono però del tutto scomparse le paure  che hanno caratterizzato le ultime settimane, paure riguardanti le dispute commerciali create dall’amministrazione Trump e usate, anche, come armi geopolitiche. Ma nonostante questo il capo della ricerca economica di JP Morgan, Bruce Kasman, ha suggerito che, fermo restando i pericoli della guerra commerciale, i timori di una imminente recessione mondiale potrebbero essere stati esagerati.

La curva dei rendimenti

In effetti ad alimentare la diffidenza degli investitori sui mercati è stata anche l’inversione della curva dei rendimenti USA intravista a marzo con un debito a tre mesi che rendeva di più rispetto a quello sui 10 anni. Inversione della curva dei tassi che ha portato anche ad un’inversione della fiducia degli investitori sul futuro dei mercati in generale e dell’economia statunitense in generale. Un paradosso che, invece, è stato limitato con una spiegazione semplice: il taglio a tre mesi è più volatile di quello a 10 anni.

HSBC ottimista sugli Usa. E non solo

Per questo, solitamente, si preferisce prendere in considerazione il rapporto tra il decennale e il biennale. Ma da HSBC è arrivata anche una ulteriore evidenza: i fondamentali dell’economia statunitense non mostrano quegli squilibri che potrebbero scatenare una recessione. Non solo, ma l’economia mondiale sarà presto supportata da azioni di sostegno a livello internazionale il che significa che l’economia globale continuerà ad espandersi ad un “ritmo ragionevole”.

Venti contrari e a favore della recessione

Tra i venti contrari resta la politica fiscale che sta perdendo mordente visto che le misure adottate ormai quasi due anni fa non sono ripetibili. Ma quando questi saranno definitivamente esauriti, i mercati potrebbero trovare ulteriore sostegno nelle misure della Fed, ancora potenzialmente accomodante. E non lei sola. Tradotto in numeri si parla di un  2% a livello tendenziale.

A guidare la prossima ripresa? Gli Usa e la Cina. E l’Europa? Nel caso del Vecchio Continente si tratterà di una  crescita che rimarrà contenuta anche nel prossimo futuro.

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