Recessione o contrazione dell’economia? Le prime stime preoccupano

recessione

Ormai è un susseguirsi di eventi, misure eccezionali, decisioni dell’ultimo momento e quant’altro prese ad ogni livello della sfera politica, civile e istituzionale varia. È una fatica anche per gli addetti dell’informazione. Il messaggio in filigrana che ne viene fuori, chiaro e forte, è che siamo di fronte a un evento la cui portata e profondità non esime più nessuno di noi. Siamo tutti zona rossa, più chiaro di così… Da sito di informazione economico-finanziaria noi cercheremo di inquadrare la faccenda sotto il piano che ci compete. Chiedendoci: siamo in recessione o sarà contrazione? A oggi, le prime stime preoccupano. A ogni modo attendiamo i numeri per stabilirlo con certezza.

Le prime dichiarazioni raccolte

La domanda necessita di dati certi per poter essere esaudita, e le prime cifre ufficiali del Governo non si avranno prima della presentazione del Def, tra poche settimane. In attesa dei numeri è iniziata, come da prassi, la fase delle dichiarazioni ufficiose. Ieri mattino la BOE aveva parlato per il Regno Unito di un imminente «shock per l’economia», dato il forte rischio di ripercussioni «temporanee ma significative» sulla catena di produzione interna. Sempre ieri, in serata, il ministro dell’economia Gualtieri ha parlato di una «possibile rilevante contrazione del Pil in media d’anno». Tradotto vuol dire che andremo in recessione o che sarà contrazione? Le prime stime del ministro preoccupano, perché fuori dal burocratese vuol dire che sarà recessione. Per un Paese che rispetto ai principali competitors europei aveva perso tanto in produttività dal post-Lehman in poi, si tratta di una doccia non fredda. Ma gelata.

Timori da Pil

In simili scenari il benchmark primo che si va a monitorare è il Pil. Sarà recessione o contrazione?

Il timore dato dalle prime stime preoccupano, perché si rischia un rosso ‘cifra tonda’ e non già da decimali.

Ciò per effetto congiunto di una duplice circostanza avversa:

1) siamo stati il Paese più colpito (per ora) d’Europa;

2) appunto, è colpita anche l’Europa. Tradotto, significa che crolleranno domanda interna ed esterna.

Urge allora l’adozione di un “piano Marshall 2020”, dettato non dal capriccio del legislatore di turno ma dall’impellenza e dalla vastità degli eventi.

E i parametri di Maastricht? Aspettassero al prossimo giro: oggi andiamo di fretta.

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