Quota 100: pensione anticipata per molti

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La beffa all’italiana: la famosa Quota 100 inizia a fare sentire i propri effetti proprio ora che il Governo che l’ha voluta è entrato in crisi.

Ad agosto 2019 saranno poco meno di undicimila i pensionamenti nella sola Pubblica amministrazione.

Di questi 8 su 10 si registrano negli enti locali e nella sanità.

Oltre a una marea di ben 18000 nuovi pensionati in uscita dalla scuola.

Un primo bilancio incoraggiante ma anche controindicazioni

Questo dunque il primo bilancio dell’operazione Quota 100 nel pubblico impiego. A questo conteggio si dovranno aggiungere ovviamente i pensionamenti ordinari.

Rimanendo  nella scuola si parla di altri 15mila persone, che portano il totale a 33mila tra insegnanti e dipendenti amministrativi in uscita da aule e segreterie.

Resta il problema non indifferente delle sostituzioni che in gran parte saranno affidate a supplenti: si ipotizza che addirittura un docente su 5 sarà precario.

Numeri rilevanti anche nella Pubbliche Amministrazioni (PA)

Nella PA le domande di pensione anticipata con 62 anni di età e 38 di contributi sono ben 10.336: la prima finestra disponibile per lasciare il lavoro è fissata proprio in questo mese di agosto 2019.

Di questi dipendenti pubblici circa l’80% esce  da autonomie locali e sanità.

Nello specifico: da Comuni, Regioni e Province arriva il 55,1% delle richieste, mentre  il  22,6% (2.344) arriva  dalla sanità (infermieri, fisioterapisti, analisti, tecnici radiologi o di laboratorio).

Contenute le uscite dei medici, che per ora, compresi i veterinari sono soltanto 321!

Oltre Quota 100 un fiume di pensionati

Certo che se complessivamente a quota 100 si sommano i pensionamenti ordinari, il bilancio complessivo vola su numeri impressionanti.

La previsione complessiva è di 250mila lavoratori già nel 2019.

Pensionamenti ordinari: una valanga nella sanità

Tornando alla sanità: per i medici il sindacato di categoria Anaao Assomed ipotizza 38000 medici in 3 anni…occhio, perché coi numeri di laureati attuali sostituirli diverrebbe impossibile.

Viene da dire che per fortuna l’uscita anticipata non converrebbe a molti, a causa di ‘penalizzazioni’ che vanno a limitare la libera professione e arrivano al divieto di cumuli.

Quindi ci si dovrebbe fermare a quota 24000 che rimane comunque un numero che non ha nessuna attinenza con quanto sfornano le Università.

E simili numeri problematici arrivano anche dal settore infermieristico…

Secondo i conteggi del Centro studi della Fnopi (Federazione nazionale Ordini professioni infermieristiche) i potenziali infermieri aventi diritto ad andare in pensione da subito con Quota 100 sarebbero addirittura 75mila.

Nella pratica si dovrebbe scendere a quota 22mila persone su un totale di 280mila infermieri del Servizio sanitario nazionale.

Posti di lavoro sì… ma occorrerà urgentemente coordinarsi con le scuole per l’orientamento degli studenti in queste aree che rischiano di presentare carenze numeriche gravissime nei prossimi anni.

A prescindere da Quota 100.

Articoli precedenti di Gianluca Braguzzi

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