Questo riso speciale combatte il colesterolo e le malattie cardiovascolari

riso

Non tutti i tipi di riso sono uguali. I più utilizzati e consumati in cucina sono il riso bianco, nelle sue innumerevoli forme e versioni, e quello integrale. Quest’ultimo ha visto un incredibile successo negli ultimi anni, soprattutto tra i più attenti alla linea e ad una sana alimentazione.

Quando parliamo di riso, però, non sempre ci riferiamo a quello da cucina. Potrebbe sembrare un po’ strano, ma esiste anche un tipo di riso che non si mangia. Questo è il cosiddetto riso rosso fermentato, da non confondere con quello rosso integrale, normalmente usato per preparare piatti freddi.

Vediamone l’origine e le proprietà che lo hanno reso così famoso tra gli amanti del benessere.

Questo riso speciale combatte il colesterolo e le malattie cardiovascolari

Questo particolare riso si ricava dalla fermentazione del classico riso attraverso un lievito chiamato Monascus purpureus che ne garantisce la tipica colorazione rossastra.

Molto utilizzato già da tempo immemore nella medicina cinese, recentemente il riso rosso fermentato gode di un certo successo anche in Occidente. Gli esperti ne hanno dimostrato le numerose proprietà ed ecco perché in tanti lo cercano in erboristeria e in farmacia. Sì, perché del riso rosso fermentato si vende l’estratto, disponibile sotto forma di integratori.

Tra i suoi effetti benefici sulla salute dell’uomo, vi è certamente quello ipolipemizzante, in grado di ridurre i livelli di colesterolo nel sangue. A garantire questo beneficio non è il cereale in sé per sé, quanto piuttosto la fermentazione.

Inoltre, il riso rosso è noto per le sue capacità dietetiche e, in generale, sulla sua efficacia in termini metabolici.

Attenzione ad alcune controindicazioni

Questo riso speciale combatte il colesterolo e le malattie cardiovascolari, ma ha anche delle controindicazioni da non sottovalutare. Assunto in dosi eccessive, il riso rosso fermentato potrebbe dare problemi epatici, per cui si sconsiglia ad alcune categorie di soggetti. Gli esperti ne sconsigliano l’uso, quantomeno eccessivo, a chi soffre già di disturbi a livello del fegato e dei reni o assume specifiche terapie farmacologiche.

Per ogni informazione, si consiglia sempre di rivolgersi al proprio medico e sentire il suo importante (se non addirittura fondamentale) parere.

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