Questa imposta pesa per lo 0,2% sui soldi sul conto bancario ma può essere evitata con questo piccolo accorgimento

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In tempi difficili per i mercati azionari, tenere i soldi sul conto corrente potrebbe sembrare la soluzione migliore. Purtroppo questi sono anche i tempi in cui una tassa occulta, oggi al 5% all’anno, erode inesorabilmente i soldi fermi sul conto. Chi tiene i soldi sul conto corrente bancario va incontro a perdita certa. D’altronde un risparmiatore potrebbe anche non fidarsi di spostare i soldi sul mercato azionario. Tra lasciare i soldi sul conto corrente o l’investimento in azioni, c’è una via di mezzo. Conti di deposito bancari, Buoni postali e Titoli di Stato possono essere una valida soluzione.

Per un investimento a 12 mesi oggi un conto di deposito è la scelta che potrebbe risultare più conveniente. Chi investe in un conto di deposito potrebbe riuscire a ricavare un rendimento che può arrivare all’1% annuo lordo. Nessun titolo di Stato ai prezzi attuali ha un rendimento positivo con scadenze così ravvicinate. Inoltre nessuno strumento postale ha rendimenti annui che si avvicinano a quelli offerti dai conti di deposito. Chi vuole parcheggiare il denaro per un brevissimo periodo, 12-18 mesi, in modo sicuro e senza rischio, potrebbe puntare sul conto di deposito. Un risparmiatore non farà fatica a trovare sul web attraverso le piattaforme di comparazione, quali siano i migliori conti al momento dell’investimento.

Questa imposta pesa per lo 0,2% sui soldi sul conto bancario ma può essere evitata con questo piccolo accorgimento

Chi fa una comparazione deve però tenere conto di alcuni elementi utili a capire quanto effettivamente può guadagnare dall’investimento. Infatti i rendimenti dei vari conti di deposito sono espressi al lordo delle tasse e le ritenute fiscali sulle plusvalenze non sono poca cosa.

Esistono due tipi di tassazione sui conti di deposito. Una tassa i rendimenti e l’altra grava sull’intero capitale investito. La ritenuta fiscale sugli interessi maturati sui conti di deposito è del 26%. Questo importo viene ben specificato da una circolare dell’Agenzia delle Entrate, la n. 19/E del 27 giugno 2014. Quindi ogni euro di guadagno 26 centesimi devono essere riconosciuti allo Stato sotto forma di tassazione.

Anche un bollo grava sull’intera cifra depositata. Questa imposta pesa per lo 0,2% dell’importo giacente sul conto di deposito ed è comparabile a quella che grava sui conti correnti bancari. Anche se l’imposta di bollo sui conti correnti è fissa e pari a 34,2 euro. Un risparmiatore con un conto di deposito può aggirare il pagamento dell’imposta di bollo dello 0,2% con un semplice stratagemma.

Come non pagare l’imposta di bollo

La banca calcola l’imposta di bollo al momento della rendicontazione, ovvero nella data in cui la banca invia l’estratto conto. La rendicontazione avviene ogni 3,6 o 12 mesi a seconda del contratto. Conoscendo questo elemento, in teoria un cliente qualche giorno prima potrebbe spostare parte dei soldi del conto di deposito sul conto corrente d’appoggio. Questa operazione permette di abbassare la cifra su cui graverà l’imposta di bollo. Dopo la rendicontazione il cliente può fare l’operazione opposta.

Tuttavia questa soluzione potrebbe essere poco o per nulla conveniente, specialmente se l’investitore ha vincolato la somma. C’è una via molto più semplice. Il risparmiatore può individuare la banca che offre di pagare l’imposta di bollo al posto del cliente.

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