Quello che la vecchia voleva in sonno le andava”…. E cosi’ le Casse di Previdenza sospendono il bonus da 600 euro….

governo conte

Le casse di previdenza avrebbero dovuto iniziare ad erogare il bonus da 600 euro per i professionisti, gia’ a partire dal 10 aprile 2020. Senonche’, “quello che la vecchia voleva in sonno le andava” e le casse sospendono. Nella congerie di decreti che si inseguono, omettono e si contraddicono, si insinua “la vecchia” che non vuole pagare e cosi’ l’aiuto non arriva subito o non arriva per niente. Di chi e’ la colpa? Del Governo che ha cambiato la platea degli aventi diritto o della cassa che vuole complicare le cose?

Del Governo, ovviamente, che non parla chiaro e fa sviste madornali. Infatti, il decreto di ieri, specificava che, per ottenere il bonus, il professionista debba essere iscritto alla cassa privata in via esclusiva. Cio’ vuol dire che ai professionisti che sono anche dipendenti, il bonus non spetta, almeno da parte della cassa di previdenza specifica. Altra novita’ riguarda i titolari di pensione indiretta (reversibilita’ o ai superstiti) che, nel nuovo decreto, vengono esclusi dal beneficio. Invece, nel vecchio, lo erano soltanto quelli di pensione diretta (vecchiaia e anzianita’).

Quello che la vecchia voleva in sonno le andava. Cosa stanno facendo le Casse a fronte del cambio di rotta

Nel frattempo alle casse sono arrivate gia’ 500.000 domande per via telematica. Quindi, si ci chiede come si debba procedere a fronte dell’integrazione del decreto di ieri, che esclude alcune categorie di professionisti dal beneficio del bonus? Si ritiene possibile procedere a chiedere un’integrazione delle domande per chi l’abbia gia’ presentata.

A fronte di cio’, alcune casse hanno proceduto a bloccare l’invio di ulteriori domande, altre le stanno continuando a processare. Sembrerebbe opportuno, dunque, che si decidesse cosa fare uniformando le procedure. Si potrebbe, ad esempio, pubblicare un avviso diretto a coloro che le abbiano gia’ presentate, chiedendo di provvedere all’integrazione. Nel frattempo, si dovrebbero continuare a recepire le nuove richieste, possibili fino al 30 aprile. In questo modo, si potra’ evitare un’inutile interruzione dei termini, allo stesso tempo correggendo l’errore per quelle pregresse.

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