Quanto vale Unicredit?

Portofino

Nelle ultime settimane, in seguito alla crisi libica, si è tornato a parlare spesso di Unicredit.

Quanto vale questo titolo?

Il settore bancario ha conosciuto, sui mercati internazionali degli ultimi anni, alterne vicende, collegate peraltro all’origine della crisi iniziata nel 2007.
Non dimentichiamo che tale crisi ha tratto origine proprio dall’ambito bancario e finanziario, con particolare riferimento alla cartolarizzazione dei crediti immobiliari negli USA.

Probabilmente, la crisi che ha seguito, e che poi ha riguardato anche l’ambito industriale, ci sarebbe comunque stata, come la ciclicità storica ricorda, ma la “finanziarizzazione” della medesima è un aspetto da non sottovalutare, come ricorda la problematica dei derivati.

Questo aspetto è di fondamentale rilievo, per comprendere il perchè, in particolare, di una accentuata volatilità dei titoli del settore finanziario in genere, e bancario in particolare.

Il problema è conseguito alla circolazione di varie tipologie di derivati, collegati in primis, a vario titolo, alla problematica dei crediti immobiliari, e questo determina una particolare tematica all’interno dell’analisi fondamentale.
Non dobbiamo mai dimenticare, infatti, che la stima del cosiddetto fair value, o valore effettivo di un titolo, dipende dai numeri che troviamo nei bilanci, ma un dubbio che ha ultimamente serpeggiato tra i mercati è proprio questo: ma siamo sicuri di quei numeri?

Di qui, non a caso, il dubbio che, ad esempio, i bilanci di molte realtà legate al settore del credito, come anche dell’investment banking, nascondano, in qualche misura, la presenza di strumenti derivati, le cui conseguenze sarebbero rilevanti nel modificare le stime degli aggregati finanziari di bilancio, come le componenti reddituali e, conseguentemente, anche quelle patrimoniali.
Cosa dire, a questo punto?

Naturalmente, l’analisi finanziaria non può che considerare i dati di
bilancio che, ufficialmente, vengono forniti dalle società stesse, nonchè le
stime che i più attenti analisti di settore comunicano.

Come sempre, la nostra analisi si distingue per individuare più obiettivi di
prezzo, anzi di fair value,sulla base di una maggior o minor valorizzazione, da parte del mercato, di talune componenti.

Per quanto riguarda Unicredit, da rilevare, dal punto di vista metodologico, come la componente rappresentata dal cosiddetto cash flow, componente fondamentale per imprese del settore industriale, sia invece di peso pressochè nullo o scarso, per titoli del settore finanziario e bancario.

Per questo motivo, si considerano, invece, la componente reddituale e patrimoniale, con un particolar riferimento a come i multipli di mercato hanno valutato tali componenti sul mercato azionario.

Esistono peraltro, anche in considerazione di una certa variabilità di stime
tra vari analisti, appunto diverse previsioni sulle componenti di bilancio del titolo.
Sintetizzando, possiamo considerare i seguenti fair value, che muovono da una valutazione minimale, per passare, come di consueto, ad una più equilibrata,ed infine ad una che tende ad essere particolarmente considerata nelle fasi di rialzo più euforico.

Rispetto a tali stime, come sempre, andrà poi considerata la classica forbice +/- 30%.

FAIR VALUE
1,67
3,34
5,11

Per imparare a valutare le Aziende

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