Quanto piace la spesa contadina rispetto a quella di guerra

coldiretti

Da un sondaggio redatto da Coldiretti/Ixe’ si è riusciti a pesare quanto piace la spesa contadina rispetto a quella di guerra. Per meglio far capire di cosa si tratta quest’ultima ci riferiamo all’acquisto e alle scorte  di alimenti essenziali durante  il periodo della quarantena. Sei italiani su dieci fanno la spesa contadina una volta al mese. Questa opportunità, nelle grandi città, viene replicata con dei farmers market (ovvero dei mercati dove i contadini vendono direttamente i loro prodotti).

Il coronavirus ha fermato l’attività

L’attività di vendita dal produttore al consumatore si è arrestata per colpa del coronavirus. Da domenica la riapertura dei farmers market di Campagna Amica daranno di nuovo l’opportunità di fare la spesa. In questi due mesi di lockdown i contadini hanno registrato un calo di affari del 61%. Le note restrizioni sugli spostamenti hanno costretto i consumatori a non andare in frantoi, malghe, cantine, aziende, agriturismi o mercati degli agricoltori.

Cosa si trova nei mercatini contadini

Sui banchi dei contadini si possono trovare prodotti locali, freschi e di stagione a chilometri zero e soprattutto made in Italy. Finalmente si potranno riassaporare i prodotti della terra, utili per seguire una dieta mediterranea di prodotti freschi da sempre simbolo di salute e lunga vita.

Prodotti originali

Nei mercati dei contadini è possibile trovare specialità del passato che non riescono a posizionarsi nella grande distribuzione organizzata. In questo segmento della vendita prevalgono rigidi criteri dettati dalla necessità di standardizzazione e di grandi quantità offerte.

Perché acquistare dal contadino

Una maggioranza schiacciante di italiani acquista presso il contadino poiché ritiene i prodotti più freschi, saporiti e genuini. Inoltre è garanzia di sicurezza e soprattutto si risparmia.

Fare gli acquisti presso questi mercati è la dimostrazione di quanto piace la spesa contadina rispetto a quella di guerra, poiché rassicurati che i prodotti sono di estrazione chilometri zero e coltivati in Italia. Si stima che il giro di affari in un anno sia di 2,5 miliardi di euro.

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