Quanto inciderebbero gli alimenti di origine animale sulla formazione dei tumori

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Diversi studi scientifici avrebbero dimostrato, ormai da diverso tempo, che per mantenersi in salute è necessario mangiare in maniera sana ed equilibrata. Questo sarebbe vero anche in relazione allo sviluppo dei tumori. Infatti, secondo il World Cancer Research Fund International (WCRF), è molto importante prestare attenzione a ciò che portiamo a tavola, soprattutto per quanto riguarda il consumo degli alimenti di “origine animale”. Stiamo parlando, quindi, di carne, pesce e latticini che sono certamente importantissimi per la nostra salute, ma che andrebbero mangiati con moderazione. Nelle prossime righe, vedremo più nel dettaglio quali sarebbero le raccomandazioni del WCRF e quali potrebbero essere i rischi di un eccessivo consumo di questi alimenti.

Quanto inciderebbero gli alimenti di origine animale sulla formazione dei tumori

Secondo il WCRF, un consumo moderato di carne rossa fresca, non dovrebbe comportare un rischio per la salute. Infatti, potrebbe rappresentare una buona fonte di nutrienti, a patto che venga inserita in un regime alimentare sano ed equilibrato. Tuttavia, si consiglia di non consumare più di 500 g di carne rossa a settimana e di limitare il più possibile le carni lavorate, come salumi, insaccati e altre carni trasformate. Da alcuni studi, infatti, sarebbe emerso che un consumo eccessivo di questi alimenti aumenterebbe il rischio di cancro al colon-retto. Ciò dipenderebbe da diversi fattori come:

  • la presenza di grassi saturi;
  • la produzione di composti potenzialmente cancerogeni che potrebbero formarsi durante la lavorazione o la cottura delle carni;
  • un elevato livello di ferro di tipo eme, che promuoverebbe la comparsa di tumori.

Discorso diverso andrebbe fatto, invece, per la carne bianca. Infatti, il WCRF non avrebbe riscontrato evidenze solide riguardo alla cancerogenicità della carne di pollo, tacchino o coniglio. Ma vediamo ora quanto inciderebbero gli alimenti di origine animale, come il pesce ed i latticini, nello sviluppo di alcune forme tumorali.

Il consumo di pesce salato e dei latticini

Oltre alla carne, anche il consumo di pesce potrebbe essere associato ad un aumento del rischio di tumore. In particolare, il WCRF fa riferimento al pesce salato secondo lo stile cantonese che, se consumato in maniera eccessiva, potrebbe aumentare il rischio di tumore del nasofaringe, soprattutto nei bambini. Ciò accadrebbe perché il pesce salato, secondo questo stile, conterebbe elevati livelli di nitrosammine e dei loro precursori.

In compenso, però, il consumo di pesce conservato, o salato con altre tecniche, non avrebbe ripercussioni in tal senso. Anzi, secondo alcune evidenze (ancora indicative) il consumo di pesce potrebbe portare ad una diminuzione del rischio di sviluppare un tumore al fegato o al colon-retto.

Stesso discorso varrebbe anche per i latticini. Infatti, questi alimenti diminuirebbero il rischio di sviluppare diversi tumori, come quello al colon-retto e alla mammella in pre-menopausa. D’altro canto, però, un consumo eccessivo di latticini sarebbe associato ad un aumento del rischio di tumore alla prostata.

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