Quanto durerà il blocco da coronavirus?

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Un’altra stretta da parte del governo sulle industrie non strategiche. Ma quanto durerà il blocco da coronavirus?

L’epidemia continua e anche se ieri i dati resi noti dalla Protezione Civile hanno registrato un rallentamento sia dei nuovi casi che delle vittime, non è certo il caso di rallegrarsi. A meno che questo non sia l’inizio di un trend costante e incisivo, le certezze mancano da tutte le parti. Potrebbe essere un dato isolato oppure l’inizio di un calo che, però, sarà caratterizzato da lentezza esasperante. Insomma, vista la situazione, meglio essere pronti a tutto. Ma quanto durerà il blocco da coronavirus?

Il tasso di disoccupazione

Per riuscire a rispondere a questa domanda bisogna prima di tutto ricordare che se da noi l’epidemia è ormai in fase avanzata (si parla di picco tra pochi giorni), restano ancora “scoperte” zone economicamente cruciali come gli Usa e il Regno Unito. Nel primo caso si deve registrare il mancato accordo in Parlamento per le misure di supporto all’emergenza Covid. Un fallimento che ha portato le Borse del mondo intero ad aprire con un forte negativo. Un peso maggiorato dalle ultime dichiarazioni del presidente della Federal Reserve Bank di St. Louis, James Bullard secondo cui il tasso di disoccupazione di Washington potrebbe schizzare anche al 30% per i prossimi mesi. Un andamento completamente e immediatamente sconvolto se si pensa che oggi riesce ancora ad oscillare tra il 3,4% e il 3,5%. Ovvero ai minimi storici.

Quanto durerà il blocco da coronavirus

Nel secondo caso, quello di Londra, si deve prendere atto del fatto che il governo di Boris Johnson dopo un’iniziale strategia basata letteralmente sulle regole della selezione naturale, ha deciso di muoversi con misure che, per molti esperti, risultano ancora troppo blade. Il che fa temere per la Gran Bretagna.

La risposta alla domanda su quanto durerà il blocco da coronavirus dipende da molti fattori. Questo perché non si tratterà più di adottare misure contenitive. Basti pensare all’impossibilità di un lockdown di lunga durata per realtà come New York o Los Angeles ma anche solo per Londra.

Le strategie di stimolo

In questa situazione così complessa, appaiono limitate anche i piani di supporto delle varie BCE, FED et similia. Questo perché la crisi parte da un virus. Un elemento biologico. Perciò non si tratta solo di implementare le già ampie strategie di stimolo messe in atto dalle banche centrali in maniera simultanea. Strategie che sono senza dubbio di aiuto. Parallelamente dovranno essere decisi iter specifici ed agevolati per la sperimentazione di farmaci e vaccini. Infatti la strada per la ricerca e l’approvazione di nuove molecole è spesso (giustamente) lunga e complessa. Ma in casi come questi, dove anche solo un giorno in più o in meno può fare la differenza soprattutto a livello contagio, sarà determinante scegliere la velocità.

Un possibile pericolo da arginare

Forse anche a scapito della sicurezza. Come anche della privacy se si parla di mappatura del contagio attraverso app che rendono noti spostamenti oltre al costante monitoraggio. Inevitabile. Questo perchè , sempre all’interno di una situazione emergenziale, il singolo individuo non può essere visto come tale ma come possibile veicolo del contagio. Cambiando la sua identità, quindi, la persona non è più tale ma diventa un possibile pericolo da arginare. In Corea ci sono riusciti attraverso l’uso delle app. Ma la Corea può contare su una mentalità, una familiarità con la tecnologia e soprattutto su un’età media, molto diverse dall’Italia.

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