Quanto costa il ricorso all’arbitro finanziario per i buoni postali

Poste Italiane

Il risparmiatore che con la riscossione dei buoni postali ha percepito una rendita inferiore alle aspettative si chiede quanto gli costerebbe il ricorso all’arbitro finanziario. Ciò perché in molti casi il titolare dei buoni fruttiferi ha diritto al rimborso dei rendimenti non riconosciuti, ma preventivati al momento dell’emissione. I buoni fruttiferi postali coincidono con il risparmio postale e vengono emessi dal CDP di proprietà dello Stato e sono esenti da imposta di successione. Sono investimenti a lungo termine che si avvalgono di una tassazione agevolata al 12,50% e non presentano costi di sottoscrizione. I buoni fruttiferi postali rappresentano la scelta di molti risparmiatori proprio perché garantiti dallo Stato e per l’immediato rimborso del capitale assicurato.

Ma quanto costa il ricorso all’arbitro finanziario per i buoni postali?

Il “brutto pasticcio”

Attualmente imperversa la bufera attorno al “brutto pasticcio di Poste Italiane” perché alcuni risparmiatori si sono visti riconoscere un importo inferiore rispetto a quello atteso. L’Unione nazionale consumatori (Unc) ha bollato in termini di “brutto pasticcio” l’operato di Poste Italiane (MIL:PST) in relazione ad alcuni prodotti di investimento finanziario. La diatriba inerisce unicamente i buoni fruttiferi postali emessi a partire da luglio 1986 dalla Cassa Depositi e Prestiti (CDP). Ne consegue che solo gli intestatari di buoni fruttiferi con decorrenza da luglio 1986 hanno subito pesanti decurtazioni sugli interessi. Perché gli investitori ottengano il rimborso sugli interessi negati è necessario che la data di emissione sia anteriore al 1° luglio 1986. In tal caso, il titolare dei buoni postali potrà ricorrere all’arbitro bancario e finanziario per vedersi restituito il maltolto.

Quanto costa il ricorso all’arbitro finanziario per i buoni postali

La somma da preventivare per presentare il ricorso all’Arbitro Bancario Finanziario ammonta a 20 euro utili a coprire i costi del procedimento. Il pagamento va effettuato tramite bonifico al conto corrente dell’intestatario: Banca d’Italia Segreteria tecnica dell’Arbitro Bancario Finanziario”. In alternativa, il pagamento può avvenire in contanti presso le filiali della Banca d’Italia o tramite versamento sul conto della suddetta.

A prescindere dalla modalità di pagamento scelta, la casuale deve riportare la seguente dicitura “ricorso Abf” corredata dal proprio codice fiscale. Entro 60 giorni dalla ricezione del ricorso il Collegio dell’Arbitro Bancario Finanziario è tenuto a pronunciarsi. In coincidenza del “brutto pasticcio di Poste Italiane” il numero dei ricorsi è aumentato così tanto che i tempi di attesa si dilateranno. Nel caso di  ricorso accolto, seppur in parte, il titolare dei buoni postali potrà richiedere il rimborso dei 20 euro.

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