Quando un figlio deve pagare gli alimenti ai genitori

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Gli alimenti legali sono prestazioni economiche assistenziali dovute a familiari che versano in situazioni di bisogno. Normalmente il concetto di alimenti è strettamente legato alle sentenze di separazione o divorzio che possono prevedere specifici obblighi finanziari. Un padre separato, ad esempio, può dover versare una determinata somma mensile finalizzata al mantenimento dei figli. Oppure contribuire economicamente per garantire un adeguato tenore di vita all’ex coniuge se previsto dagli accordi o da una sentenza. Meno note sono invece le situazioni in cui una persona è chiamata a contribuire a favore di altri familiari. L’articolo 433 del codice civile prevede infatti precisi doveri nei confronti di parenti e affini che si trovino in stato di difficoltà economiche. Vediamo, quindi, quando un figlio deve pagare gli alimenti ai genitori o quando una persona deve contribuire al mantenimento dei fratelli.

Un aiuto imposto dalla legge

Il codice civile impone quindi l’obbligo di contribuire alle esigenze di figli, coniuge, genitori, fratelli ed altri familiari. L’importo dei versamenti deve essere proporzionale alle esigenze della persona in difficoltà e alle possibilità economiche di chi contribuisce. Inoltre, le finalità degli alimenti devono rientrare tra i bisogni primari della persona. La parte debole deve quindi effettuare una richiesta scritta ai parenti specificando quali necessità non è in grado di sostenere autonomamente. Un eventuale rifiuto potrà dar luogo ad un’azione legale. In questo caso il magistrato valuterà le condizioni economiche delle parti e stabilirà il diritto agli alimenti ed il loro importo. Ricordiamo che il diritto agli alimenti cessa con la morte di uno degli interessati. Nel caso del decesso dell’ex coniuge, la presenza di un possibile assegno divorzile può comportare il diritto alla reversibilità. Abbiamo trattato questa tematica in un recente approfondimento.

Quando un figlio deve pagare gli alimenti ai genitori

Abbiamo visto che il codice civile impone l’obbligo di sostenere economicamente i familiari in difficoltà. Questo orientamento normativo si basa sui principi di solidarietà espressi dall’articolo 2 della Costituzione. Nel caso in cui una persona versi in difficoltà economiche documentate può chiedere un aiuto ai propri familiari. Insomma, ecco quando un figlio deve pagare gli alimenti ai genitori per contribuire alle loro esigenze primarie. Il diritto agli alimenti può venir meno in ogni momento in caso di modifiche alle condizioni economiche delle parti. Se chi contribuisce dovesse perdere il lavoro o subire una diminuzione reddituale potrà chiedere una riduzione degli alimenti. Allo stesso modo, se la parte debole dovesse migliorare il proprio status economico potrebbe perdere il diritto a ricevere aiuto dai familiari.

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