Quando si diventa cattivi pagatori?

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Cos’è e come funziona la lista dei cattivi pagatori e degli evasori fiscali. Quali sono le ragioni che determinano l’inserimento e cosa si può fare per evitarlo. In questa sintetica guida che il comitato di esperti di ProiezionidiBorsa offre ai lettori,  è possibile trovare le risposte ad alcuni quesiti sull’argomento. Vediamo insieme quando si diventa cattivi pagatori e quali conseguenze ricadono sul contribuente.

Chi sono i cattivi pagatori e secondo quali termini si definiscono tali

Quando parliamo di cattivo pagatore, ci riferiamo a quel contribuente che ha allo storico delle proprie azioni di pagamento, delle difficoltà o dei ritardi considerevoli. Gli istituti di credito solitamente, prima di concedere un prestito o un finanziamento, valutano alcuni elementi relativi all’affidabilità creditizia del richiedente. Nel caso in cui si risulti cattivi pagatori, potrebbe essere più difficile ottenere esito positivo ad una richiesta che l’interessato avanza all’istituto di credito. Sulla base di questi elementi, è lecito domandarsi quando si diventa cattivi pagatori e quali elementi diventano determinanti l’inserimento in lista.

In quest’ottica, è bene fare alcune precisioni. Se non corrispondete il rateo mensile del fitto di casa o mancate di restituire i soldi presi i prestito dal genitore, non diventerete cattivi pagatori. Questo perché la vostra pendenza riguarda un singolo soggetto e non un intermediario finanziario o un istituto di credito. Ecco che tale elemento serve già a determinare una scrematura tra quelli che sono i mancati pagamenti da parte del debitore.

Quali condizioni rendono il soggetto un “cattivo pagatore”

La lista dei cattivi pagatori riguarda, dunque, le inadempienze nei riguardi di banche o istituti simili. Il contribuente che risulta inadempiente di almeno due rate relativamente alla restituzione di un debito, riceve un primo sollecito a regolare la propria posizione. Solitamente il termine che si concede è di 15 giorni oltre i quali la banca procede alla vera e propria segnalazione presso la Centrale Rischi o banche dati simili. Una volta che il soggetto riceve tale segnalazione, è probabile che gli diventi assai difficile ottenere un prestito o altro finanziamento.

Esistono anche altri comportamenti che definiscono il “cattivo pagatore” oltre ai ritardi nei pagamenti. Questi sono: il rilascio di assegni vuoti o protestati, gli scoperti sul conto corrente o l’utilizzo dell’apertura di credito oltre i limiti che la banca concede. Rientrano tra le possibili cattive condotte anche quei pagamenti che avvengono per mezzo di una finanziaria secondo un piano dilazionato. Nei riguardi del Fisco come funziona? In tal caso, non si rientra tra i soggetti segnalati alla Centrale Rischi, ma si possono ugualmente subire delle conseguenze sulle inadempienze. Nei casi di evasione fiscale, infatti, la procedura normativa segue una strada differente.

Quanto tempo dura la segnalazione?

Un  aspetto che è utile ricordare a proposito, è che la segnalazione presso una banca dati non è definitiva. Come abbiamo indicato nell’articolo consultabile qui, esiste un tempo oltre il quale non si è più considerati cattivi pagatori. Ecco, dunque, quando si diventa cattivi pagatori e secondo quali condizioni. 

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