Quando raccogliere, come riconoscere e cucinare al meglio i gustosi, deliziosi e salutari asparagi selvatici

asparagi

Non tutti possono essere pratici nella raccolta degli asparagi selvatici.
A molti può essere capitato di raccoglierli, mentre altri li avranno ricevuti come dono da un amico/a o un parente.
Di sicuro ci si è accorti nel mangiarli, che sono di gran lunga più saporiti di quelli coltivati.
In questo articolo spieghiamo quando raccogliere, come riconoscere e cucinare al meglio i gustosi, deliziosi e salutari  asparagi selvatici dalle notevoli proprietà nutritive.
Gli asparagi selvatici sono poco calorici, contengono vitamine del gruppo A e vitamine del gruppo B, C, E, K.
Contengono sali minerali tra cu  magnesio, calcio, potassio, ferro e fosforo.
Negli asparagi è contenuto l’acido folico, l’asparagina, una molecola molto importante per la disintossicazione del fegato, e dei reni. Alcuni studi hanno  scientificamente provato che l’asparago selvatico ha proprietà antitumorali, grazie alla presenza di due saponine, in grado di contrastare la presenza di cellule cancerogene nel colon.

Ecco quando raccogliere, come riconoscere e cucinare al meglio i gustosi, deliziosi e salutari asparagi selvatici.

Come raccoglierli

Il periodo della raccolta degli asparagi selvatici, va da fine marzo a fine giugno. Non è necessario tagliare tutto lo stelo, ma consigliamo di raccogliere i germogli appena spuntati, perché sono più morbidi e gustosi. Oppure si possono estirpare dal terreno, senza danneggiare la pianta madre.

Come cucinarli

Possono essere consumati come contorno, saltati in padella, sia da soli che con altre verdure, o per accompagnare i secondi piatti, come la carne e il pesce.
Si possono gustare crudi all’insalata, usati per condire risotti, pasta, ottimi per le zuppe, frullati e vellutate.
Si sposano benissimo con le uova cotte al tegamino, o la frittata.
Consigliamo di non condirli con l’aglio perché questo ne copre il sapore, ma di utilizzare la cipolla o lo scalogno.
Gli asparagi non vanno cotti a lungo, perché perdono il caratteristico sapore e le sostanze nutritive.
La cottura non deve superare al massimo i quindici minuti.

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