Quando potremo andare in vacanza dopo il coronavirus?

Quando potremo andare in vacanza dopo il coronavirus

La domanda quando potremo andare in vacanza dopo il coronavirus non è affatto provocatoria. Ha invece a che fare con due distinti e collegati aspetti che ci riguardano tutti:

  • la vacanza è molto più di un “banale” viaggio geografico. È esperienza di vita, arricchimento umano e importante stacco della mente dalla routine quotidiana. Inoltre, è un toccasana, un ricaricare le pile. È una botta di vita.
  • È la fonte di reddito di tante piccole e grandi realtà, che aspettano quei 4/5 mesi per dare senso a una stagione intera. Dando da mangiare a milioni di persone: si pensi all’esercito degli stagionali (anche a nero, specie al Sud) coinvolti, che tra mare e disoccupazione devono incassare per 365 giorni.

Le parole della Von der Leyen

E poi c’è che il Covid-19 interrompe tradizioni decennali (o generazionali?), arrivando a rimodulare intere abitudini familiari. A conferire quel tocco di “sacralità” tra le due fasi, la pre_covid e la post-Covid, ci ha pensato anche la presidente della Commissione UE Ursula Von der Leyen. Che ieri in un’intervista a un giornale è arrivata a sconsigliare di prenotare le prossime vacanze estive. Si dirà: ma quelle erano parole dirette alle persone anziane, quindi che c’entriamo noi altri? Ed è proprio in tale retro pensiero che ricade metà e passa delle errate opinioni comuni. Vediamo i perché.

Perché l’allarme va aldilà dei soli “anziani”

L’intento è di capire se il quesito su quando potremo andare in vacanza dopo il coronavirus è provocazione o un dubbio serio.

  • Anzitutto gli “anziani” nel 90% dei casi rientrano nell’alveo di famiglie, fatti da figli, nipoti, parenti. E la famiglia italiana, nonostante i passi “di modernità” in avanti, resta l’entità prima di riferimento per tutti. Specie al Sud.
  • Sicuri poi che il Covid-19 non riguardi anche i non-anziani? Più che dubbi, certezze. A giudicare dai conclamati decessi – seppur in tassi minori – anche tra le altre fasce di età.
  • Sempre gli “anziani” sono comunque quelli che tra tutte le fasce di popolazione hanno il maggior tempo libero in assoluto. L’ideale per fare vacanza in qualunque periodo dell’anno, anche nella bassa stagione, a prezzi più calmierati. Si pensi alle schiere di pensionati in salute, culturalmente attivi ed economicamente “tranquilli” che programmano puntualmente vacanze low cost spalmate durante tutto l’anno. Tradotto, il turismo della terza età è fatturato pesante per le aziende del settore. Specie se si tiene conto anche del numero di “over” presenti in Italia.

La situazione è fluida

Il discorso s’avvita quindi su due aspetti cruciali ed essenziali: la salute (meglio: la vita o la morte) e la necessità di garantire il futuro a milioni di lavoratori. Perché poi moltissimi degli occupati stagionali sono giovanissimi o comunque under 30/40. Si pensi ai barman, ai camerieri, agli animatori, alle guide, etc. Ecco allora che il turismo unisce due generazioni molto più di quel che non si dica, sia pure sotto prospettive diverse. Ci “tormenta” allora quel quesito su quando potremo andare in vacanza dopo il coronavirus, ma al momento non v’è certezza. Ci sono solo congetture, ipotesi, mezzi scenari. Ma in sostanza e di concreto ci guidano solo due speranze:

  • il buon di ciascuno di noi. E cioè che l’applicazione delle misure dettate dagli organi sanitari portino noi a limitare il contagio per quanto più possibile.
  • l’arrivo di un vaccino, da cui dipendiamo maledettamente. Per poter fare finalmente quel salto all’indietro, all’era pre-Covid, e ci proietti al futuro vero.

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