Quando l’inattività fisica è causa di malattie non trasmissibili secondo l’OMS

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Come perché e quando l’inattività fisica è causa di malattie non trasmissibili secondo l’OMS.

Che l’esercizio fisico faccia bene a tutti è cosa più che nota. Forse è un po’ meno noto il fatto che l’inattività fisica possa essere causa di malattie cosiddette “non trasmissibili”. A rendere nota la cosa è l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) tramite un’apposita informativa. Tanti sono infatti i rischi che si associano all’inattività fisica. Non è quindi un caso che tale inattività si posizioni al quarto posto nella scala dei fattori di rischio di mortalità a livello mondiale. Quindi pensare di trascorrere la cosiddetta terza età in pantofole tra la camera e la poltrona va depennato dall’agenda, salvo situazioni particolari. Vediamo quindi ora quando l’inattività fisica è causa di malattie non trasmissibili secondo l’OMS.

Malattie non trasmissibili

In primis, cerchiamo di capire cosa s’intende per “malattie non trasmissibili” (MNT). Sono tali quelle patologie a carattere prevalentemente cronico, come il diabete, l’aterosclerosi (con comparsa di ischemie e infarti), tumori e affezioni polmonari. Ecco sapere che esiste una percentuale di persone nel mondo che, ogni anno, perde la vita perché non abbastanza in attività, deve far riflettere. Se a questo poi si aggiunge che, da recenti statistiche, l’inattività fisica è in progressivo aumento in molti paesi, la faccenda si fa ancora più seria. Senza poi considerare l’effetto domino che si lega a questo stato di cose. Vale a dire più persone sono inattive, più crescono le malattie non trasmissibili con aggravio per tutti.

Inattivi contro attivi

Date queste premesse, non stupirà più di tanto sapere che i soggetti insufficientemente attivi presentano un rischio di mortalità dal 20% al 30% più elevato rispetto a chi fa attività fisica. A tale riguardo, va anche fatta una considerazione, per attività fisica non si intende una pratica sportiva. Si confronti, a tale riguardo, un nostro precedente approfondimento.  Del resto, stando alle indicazioni fornite dall’OMS, per una persona adulta di una certa età, sarebbe sufficiente fare moderato esercizio fisico per 150 minuti alla settimana.

Il che equivarrebbe a 30 minuti circa di attività diluita in 5 giorni. Un impegno dunque compatibile con altre attività e anche con quasi tutte le corporature fisiche. Quando si parla di attività fisica non s’intende infatti nulla di agonistico, potrebbe bastare l’attività di giardinaggio, ma anche una passeggiata con gli amici. E se si hanno nipoti piccoli, anche un giro con la carrozzina o qualche pedalata rilassante in bicicletta.

Ad ognuno dunque la sua modalità, purché si eviti di restare in casa a “fare la muffa”. Per quella bastano già gli alimenti che si dimenticano in fondo ai ripiani e nel frigo. Quindi, spinti anche dalle raccomandazioni dell’OMS, fatte proprie dal Ministero della Salute, cerchiamo di ridurre la percentuale degli inattivi, iniziando con nuovi stili di vita.

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