Quando le famiglie che assistono in casa propria un anziano possono chiedere ai Comuni sostegni economici

disabile

Sono molteplici le forme di assistenza previste e disciplinate all’interno del sistema assistenziale italiano. Non tutte sotto forma di contributi economici. Ma ognuna finalizzata a raggiungere un preciso obiettivo.

Quest’oggi con i Consulenti di ProiezionidiBorsa esamineremo l’assegno di cura conosciuto anche come assegno terapeutico. Il cui obiettivo è quello di garantire all’anziano la permanenza nel proprio contesto sociale e affettivo in alternativa alla struttura residenziale.

Vedremo, in particolare, quando le famiglie che assistono in casa propria possono chiedere ai Comuni sostegni economici.

Perché di questo parleremo. Ossia di un sussidio economico che ogni mese le famiglie possono ricevere per assistere e curare a domicilio un anziano non più autosufficiente. Una persona, dunque, non più in grado di compiere gli atti quotidiani della vita.

Quando le famiglie che assistono in casa propria un anziano possono chiedere ai Comuni sostegni economici

L’Italia è uno dei paesi d’Europa tra i più vecchi! L‘ISTAT ha previsto che nel 2050 gli anziani in Italia supereranno il 35% della popolazione.

Ciò nonostante l’Italia non gode di un sistema di assistenza a lungo termine rivolto agli anziani. Soprattutto non autosufficienti.

E sono sempre di più le famiglie che gestiscono le persone anziane non più autosufficienti tra mille difficoltà economiche. E anche organizzative.

Complicazioni che attanagliano anche le moltissime famiglie che si prendono cura di una persona cara disabile.

A livello nazionale, ad esempio, non tutti i Comuni offrono assistenza domiciliare agli anziani per mezzo di voucher, assegni di cura e buoni socio sanitari.

Cos’è l’assegno di cura

L’assegno di cura è un sostegno economico il cui importo varia da Regione a Regione. E va da un minimo ad un massimo anche in considerazione della gravità della condizione di non autosufficienza.

È un aiuto economico per chi cura e assiste in casa una persona anziana o disabile non autosufficiente.

Spesso l’assegno di cura è confuso con l’assegno di accompagnamento ma si tratta di sostegni economici diversi. Il primo viene erogato dagli Enti locali mentre il secondo dall’INPS.

Questo, tuttavia, non ne preclude la compatibilità.

Chi riceve l’indennità di accompagnamento può ottenere anche l’assegno di cura.

Anche se non esiste un regolamento nazionale condiviso per cui ogni Regione o Comune autonomamente decide, generalmente, possono usufruire dell’assegno di cura:

a) le famiglie che mantengono una persona anziana non autosufficiente, purché la non autosufficienza sia dichiarata da certificazione medica;

b) le famiglie che convivono con la persona anziana accogliendola nel proprio ambito;

c) l’amministratore di sostegno;

d) la persona anziana stessa quando è affetta da demenza senile.

Le soglie ISEE per la concessione dell’assegno di cura non deve superare i 25mila euro annui. Al riguardo si consiglia di leggere che cos’è l’ISEE socio-sanitario.

A chi rivolgersi

Si consiglia, pertanto, di informarsi sui bandi pubblicati dai rispettivi Comuni e Regioni. Rivolgendosi anche direttamente all’URP. Ossia all’Ufficio Relazioni con il Pubblico. Nonché al CAF oppure a un Patronato.

Ecco, dunque, spiegato quando le famiglie che assistono in casa propria un anziano possono chiedere ai Comuni sostegni economici.

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