Quando le colpe dei padri ricadono sui figli, la ministra Cartabia è a difesa dei «bambini in carcere» innocenti

Marta Cartabia

C’è una differenza tra i minori che hanno commesso reato e i bambini che si trovano dietro le sbarre per essere a fianco delle madri che scontano la pena. La ministra della Giustizia Marta Cartabia ieri ha affrontato la tematica in audizione parlamentare in Commissione Infanzia. Il motto col quale il dicastero titola il relativo comunicato stampa è «mai più bambini in carcere». Gli argomenti affrontati appunto sono stati due: la disciplina della pena per i detenuti minorenni e la situazione delle madri detenute.

Carta dei diritti dei figli dei genitori detenuti

Il documento si concentra sul diritto alla genitorialità dei detenuti e sul diritto dei figli al mantenimento del legame affettivo con il genitore in carcere. Si tratta di nove articoli che puntano in primis al «benessere del bambino» e tra gli altri punti prevedono l’istituzione di un Tavolo permanente. Questo è composto da rappresentanti del Ministero della Giustizia, dell’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute e dell’Associazione Bambinisenzasbarre Onlus. Viene convocato ogni tre mesi.

Quando le colpe dei padri ricadono sui figli, la ministra Cartabia è a difesa dei «bambini in carcere» innocenti

Il dicastero della Giustizia snocciola i dati attuali. In Italia al momento sono «15 le madri detenute con un totale di 16 figli al seguito. Di queste, 5 italiane, 10 straniere, 5 sono ancora imputate». Tra queste nove scontano la propria pena all’interno di case-famiglia, nello specifico si parla di ICAM (Istituto a custodia attenuata per madri). Nove si trovano presso l’ICAM di Lauro in provincia di Avellino, due nell’ICAM di San Vittore a Milano, due a Torino e una a Venezia. «Mentre in questo momento non ci sono madri con figli a Cagliari. Un’altra donna con il suo bambino sconta la sua pena col figlio invece nella Casa circondariale di Reggio Calabria».

I numeri non sono enormi però ogni caso merita la giusta attenzione nel raggiungere il giusto equilibrio tra sconto della pena della madre e diritti del bambino che è «figlio» nonché della donna in qualità di genitore. Il dicastero è impegnato nel cercare «soluzioni alternative».

I minori che hanno commesso reato

Sono aumentati i minori che hanno fatto ingresso in istituti penali. Ben 851 solo nel 2021 mentre «Il numero dei minorenni e giovani adulti presi in carico dagli uffici di servizio sociale per i minorenni ha raggiunto, al 31 dicembre 2021, le 20.748 unità  ma la netta maggioranza dei minori autori di reato in carico ai servizi minorili è sottoposta a misure che vengono eseguite in area penale esterna». Per questi casi si punta al recupero dei minori per cui è importante «educare e rieducare continuamente», ha dichiarato la ministra.

Il primo caso è diverso perché si tratta di bambini innocenti a dire che quando le colpe dei padri ricadono sui figli. Ecco che la ministra Cartabia è a difesa dei «bambini in carcere» innocenti.

I rischi

È importante capire se tali diritti subentrano quando il figlio (o figlia) è già in vita al momento della detenzione della madre o dopo. Non è da escludere che una maternità successiva all’ingresso in carcere possa anche essere usata come un pretesto per beneficiare poi dell’ingresso presso gli Istituti attenuati.

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