Quando il Fisco attacca solo chi paga le tasse e non i veri evasori

tasse

In un recente approfondimento, gli Esperti di ProiezionidiBorsa avevano analizzato le situazioni in cui gli evasori fiscali rischiano il carcere. Il Decreto Fiscale 2020, infatti, ha inasprito le sanzioni per chi froda il Fisco. Ha anche previsto la reclusione per chi evade più di 100.000 euro. Insomma, finalmente l’Agenzia delle Entrate avrà la mano pesante verso i grandi evasori fiscali? Purtroppo, le cose sembrano andare diversamente. Uno studio dell’ISTAT sembra, infatti, confermare l’idea comune di uno Stato forte con i deboli ma debole con i forti. Stiamo, infatti, assistendo ad un rafforzamento dei controlli per le piccole attività commerciali, già fortemente fiaccate dalla crisi finanziaria. Sembra però che per i grandi evasori le porte del carcere si aprano molto raramente, a causa di una giustizia lenta ed inefficiente. Vediamo, quindi, quando il Fisco attacca solo chi paga le tasse e non i veri evasori.

I tempi lunghi della giustizia italiana

Ogni anno, oltre tremila italiani subiscono una condanna penale per evasione fiscale. Ad essi si sommano altri quattromila concittadini condannati per altri reati di natura economica: soprattutto riciclaggio di denaro e bancarotta fraudolenta. Secondo l’ISTAT, però, solo una minima percentuale di essi sconta effettivamente la pena. Anche il Ministero degli Interni ha confermato questo dato. Il Viminale, infatti, riporta solo 200 detenuti per reati tributari a fronte di una popolazione carceraria di oltre 70.000 persone. Inoltre, le condanne medie comportano una detenzione che non supera quasi mai i sei mesi. Il Ministero della giustizia riporta ulteriori dati allarmanti. Ogni anno l’Italia archivia oltre 15.000 ipotesi di reato relativo ad evasione fiscale. Quindi solo un quinto dei reati arriva a giudizio e di questi meno del 10% apre le porte del carcere per i grandi frodatori.

Quando il Fisco attacca solo chi paga le tasse e non i veri evasori

La mancanza della certezza della pena incentiva le truffe e scoraggia i cittadini onesti che spesso sopportano asfissianti verifiche fiscali. Inoltre, il malcostume diffuso e poco sanzionato incentiva nuovi comportamenti illeciti. D’altronde, quando il Fisco attacca chi paga le tasse e non i veri evasori genera un circolo vizioso che deprime i conti pubblici. Ovvero impoverisce tutti noi. Le norme per colpire i grandi evasori ci sarebbero ma, troppo spesso, non vengono applicate. Dal Decreto Legislativo 74/2000 in poi, le evasioni più rilevanti dovrebbero comportare la reclusione. Il successivo Decreto 158/2015 ha addirittura inasprito le pene ed abbassato le soglie di punibilità. Nonostante queste norme, la lotta all’evasione sembra ridursi al controllo degli scontrini dei piccoli esercizi commerciali. Una seria politica di repressione dell’evasione consentirebbe, invece, di abbassare il cuneo fiscale per tutti i contribuenti.

Consigliati per te