Quando i rumori dei condomini possono trasformarsi in reato

schiamazzi

I rapporti condominiali, il più delle volte, non sono rose e fiori, nel senso che si possono verificare, facilmente, contrasti e incomprensioni. Per diversificate ragioni, infatti, il condominio è spesso scenario di dispetti, liti, rappresaglie, inimicizie. Talvolta, però, le condotte dimostrative dell’inimicizia non rimangono nell’ambito della scortesia ma sfociano in qualcos’altro. In particolare, quando si superano certe soglie di senso civico e di buona condotta, si può sfociare nella commissione di reati.

Quindi, in questa sede, vedremo quando i rumori dei condomini possono trasformarsi in reato. Si pensi al caso in cui un condomino, produca, di proposito, rumori continui, per disturbare il vicino ed infastidirlo, in modo da provocare la sua reazione. Egli potrà usare a tal uopo strumenti musicali, spostamenti di sedie, tacchi di scarpe, urla, volume alto della musica o della Tv ecc. Gli esempi possono essere tanti ma non sempre tutti i comportamenti integrano illecito penale.

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Fare schiamazzi notturni e rumori

Quindi, troviamo esaustiva risposta alla domanda sul “quando i rumori dei condomini possono trasformarsi in reato”. Ebbene, se il rumore interessa solo due condomini, ad esempio quello posto al piano di sotto rispetto a quello del piano di sopra, non si configura reato. Affinché questo ricorra, infatti, il rumore o lo schiamazzo deve essere tale da interessare più condomini, l’intero palazzo o addirittura il circondario. Ciò, ai sensi dell’art. 659 del codice penale.

In tal caso, sarà possibile chiamare anche i Carabinieri o la Polizia. Tuttavia, il rumore molesto di cui al primo caso, pur non integrando ex se reato, non è privo di conseguenze. Infatti, se è tale da arrecare disturbo continuo, si può agire in sede civile per ottenere la dismissione della molestia, anche in via di urgenza. Inoltre, per il medesimo disagio, si potrà ottenere la condanna del molestatore al pagamento di una somma di danaro e chiedergli anche il risarcimento dei danni.

Quando i rumori dei condomini possono trasformarsi in reato

In tale ultimo caso, però, si dovrà fornire prova del danno subito. Un’ulteriore possibilità, poi, è quella di coinvolgere nella questione l’amministratore di condominio. Ciò è possibile, tuttavia, solo allorquando nel regolamento condominiale sia indicata una fascia oraria in cui è d’obbligo mantenere il silenzio. In tal caso, si potrà pretendere che l’amministratore applichi una sanzione (che può essere fino a 200 euro) nei riguardi del disturbatore. Fermo tutto quanto riportato, è pur vero che anche nei rapporti tra due condomini, se la molestia superi determinate soglie di tollerabilità, ci possono essere conseguenze penali. Infatti, si possono intravedere gli estremi del reato di molestie o di stalking, a seconda delle modalità di realizzazione della condotta, da parte del condomino disturbatore.

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