Quando conviene la cedolare secca

inquilino, fabbricato

A chi dispone di un immobile da destinare ad uso abitativo conviene valutare quando avvalersi della cedolare secca. Affittare un appartamento garantisce introiti a patto che non ci si imbatta in un inquilino moroso e a condizione di scegliere un regime tassativo favorevole. Circostanze contrarie a quelle ora delineate rischiano di mandare in frantumi la serenità spirituale ed economica del locatore. Il recupero dei canoni mensili non corrisposti implica la messa in moto della macchina giudiziaria. E parallelamente un notevole esborso di denaro, dispendio di energie e tempo da investire nella pratica di sfratto. Prima di procedere con la registrazione del contratto di locazione si raccomanda di valutare quando conviene la cedolare secca.

Chi se ne può avvalere

Il regime facoltativo della cedolare secca implica l’onere di una tassa in sostituzione dell’Irpef e delle addizionali relative al reddito dell’immobile. Adottando la cedolare secca il locatore non è più vincolato al pagamento delle imposte richieste per proroghe, risoluzioni e registrazioni del contratto di locazione. I contratti stipulati senza il ricorso alla cedolare secca presuppongono difatti l’obbligo di versare l’imposta di registro e l’imposta di bollo.

Il proprietario dell’immobile può decidersi per la cedolare secca sia al momento della registrazione del contratto, sia nel corso del tempo per affitti pluriennali. Rinviare l’accesso alla cedolare secca a periodi successivi alla stipula del contratto comporta tuttavia il pagamento delle imposte di registro e di bollo. L’opzione della cedolare secca resta comunque riservata ai possessori che intendono dare in fitto l’immobile ad esclusivo uso abitativo. I rapporti di locazione con cedolare secca sono pertanto consentiti solo per immobili che rientrano nelle categorie catastali da A1 ad A11.

Quando conviene la cedolare secca

I locatori di immobili ad uso abitativo optano per un regime di tassazione ordinario quando l’opzione della cedolare secca non recherebbe loro vantaggi. Non sempre difatti conviene adottare un regime agevolato perché le aliquote Irpef purtroppo lievitano in proporzione alla condizione reddituale del contribuente. I canoni di locazione mensilmente percepiti contribuiscono ad accrescere i redditi su cui cala la scure del Fisco. Ne consegue l’incremento delle aliquote Irpef in misura progressiva e per scaglioni e in relazione al reddito complessivo da dichiarare all’Agenzia delle Entrate.

La cedolare secca conviene a quanti intendono versare una quota prefissata e invariata del 21% che, con canone concordato, scende al 10%. La convenienza del regime agevolata risalta allorquando il proprietario dell’immobile percepisce anche altri redditi da fonti diverse. Ciò perché con la cedolare secca le imposte sono computate sull’imposta fissa la 21% e non già sull’ammontare dei redditi percepiti.

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