Quando comunicare la gravidanza a lavoro

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Il mondo del lavoro è popolato sia da uomini che da donne, tanti sono stati i passi avanti fatti nel rendere paritarie entrambe le figure. Anche se c’è ancora molto da fare, senza dubbio oggi la donna gode di diritti che fino a non molto tempo fa le erano negati.

La donna, oltre a desiderare di progredire nella vita professionale, può desiderare se progredire anche nella vita privata. Infatti, non è inusuale che molte donne lavoratrici siano anche mamme. Una donna che è in dolce attesa si sarà sicuramente chiesta quando comunicare la gravidanza a lavoro e ai colleghi.

Chi, invece, ancora non lo è ma pianifica di diventare mamma, sicuramente prenderà le informazioni necessarie per non farsi cogliere impreparata.

Noi di ProiezionidiBorsa con questo articolo vogliamo fornire una mini guida che possa aiutare tutte le donne che si pongono questa domanda. In modo tale che questo possa facilitare il percorso lavorativo anche in questo delicato e gioioso momento della vita.

Testo unico a tutela della maternità e paternità

Non tutte le donne vivono con gioia l’arrivo di un figlio, può accadere per la paura di perdere il lavoro che è fondamentale per sostentarsi. Non è inusuale che alcune abbiano il timore di comunicarlo a datori e/o colleghi, rimanendo cosi incastrate in uno stato di stress ed ansia. Alcune donne tendono a voler nascondere la gravidanza fino a quando essa non diventa visibile e solo in quel momento si decidono a comunicarlo. La gravidanza, se si conoscono i propri diritti, può e deve essere vissuta con gioia e non come un problema.

Alla domanda quando comunicare la gravidanza a lavoro, bisogna dire che non esiste una risposta univoca in genere si attende il terzo mese.

Tale scelta è dettata dal fatto che è necessario far passare il periodo più delicato e critico caratterizzato da un elevato rischio di aborto spontaneo.

Il decreto legislativo 151/2001, Il testo unico a tutela della maternità e paternità, non impone alla gestante di darne comunicazione entro un certo tempo. Ciò che impone è un congruo preavviso, necessario al datore di lavoro per poter trovare una sostituta, cosi da non creare difficoltà per l’azienda.

Maternità anticipata

Come abbiamo già detto il decreto legge non impone alla donna di fare comunicazione al datore di lavoro. É vero anche che lo scopo del decreto è quello di tutelare la donna ed il feto. Per questo motivo il testo unico a tutela della maternità e paternità impone la maternità anticipata.

Alcuni lavori possono risultare particolarmente faticosi, determinati sforzi possono mettere a rischio la gestante, infatti nei CNNL di categoria è espressamente contenuto tale obbligo. In questi casi, la donna è tenuta a farne subito comunicazione al proprio datore di lavoro, non appena ne è conoscenza.

Tale comunicazione le permetterà di essere spostata in attività meno faticose per lei, in questo modo potrà continuare a lavorare finché le sarà possibile.

In alcune situazioni lavorative più delicate, come lavori a contatto con sostanze chimiche, potenzialmente pericolose o tossiche, la dipendente è tenuta a lasciare immediatamente il lavoro. Un altro aspetto da considerare è se la donna si trova in una condizione di gravidanza a rischio. Anche in questo caso è tenuta a interrompere immediatamente la sua attività lavorativa per il suo bene e quello del feto.

In generale sul come comunicare lo stato di gravidanza  non ci sono delle regole precise, la comunicazione può essere fatta verbalmente o tramite un certificato ufficiale che ne attesti la gravidanza.

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