Quando comprare i titoli bancari italiani? Monitorare anche lo spread

Spread

Il market mover dominante dell’agenda politica, dell’operato delle Istituzioni  e dei mercati finanziari è, e lo sarà ancora nei giorni a venire, l’emergenza sanitaria legata al coronavirus. Il suo contenimento o meno varrà da barometro per tutti, spread incluso.

E proprio lo spread sembra avere una forte influenza sulle quotazioni delle banche .

Quando comprare i titoli bancari italiani? Lo  spread cosa dice?

Sappiamo che esso incarna la percezione di rischio del sistema Italia, a cui è correlato il suo trend, e misura il differenziale di rendimento tra il BTP decennale nostrano e l’omologo tedesco. In pratica sintetizza il premio (aggiuntivo) da riconoscere all’obbligazionista per l’aver ‘preferito’ il nostro debito pubblico.

Quest’ultimo viene in gran parte acquistato dal sistema bancario italiano, il quale se da un lato ne beneficia in termini di maggiori rendimenti (ma in genere solo sulle nuove emissioni), dall’altro paga lo scotto del crollo dei prezzi di carico degli acquisti antecedenti.

 

Spread e prezzo delle obbligazioni

Titoli bancari e spread, cosa attendersi? Lo spread che sale porta il mercato a considerare non conveniente (ma anche non adeguati) i vecchi tassi d’interessi percepiti e sposta i fondi sulle nuove emissioni. Le ondate di vendite abbattono però anche i prezzi di carico dei bond detenuti nei bilanci degli istituti di credito, che si ritrovano in pancia un attivo ‘deprezzato’. A cascata, sui mercati finanziari si vendono le azioni delle banche, cosa che puntualmente è avvenuta a partire dal 24 febbraio, data in cui lo spread ha mollato gli ormeggi di quota 135.

Quando comprare i titoli bancari italiani

Alcune prove del nove.

Abbiamo una qualche forma di riprova del legame tra titoli bancari e spread, e quindi cosa attendersi? Facciamo qualche pratico esempio.

Venerdì 21 febbraio, Unicredit scambiava sui €13,50; negli ultimi tre giorni invece l’azione è nel range €8,20/8,80, mentre nel frattempo lo spread è passato in area 195-225 punti.

Anche per Intesa vale lo stesso discorso: da lunedì ad oggi è inchiodata tra i €1,70/1,84 circa, mentre il giorno prima del ‘decollo’ dello spread (ossia il 21 febbraio) prezzava sui €2,55.

Restare in guardia

Sussistono quindi forti evidenze empiriche tra gli andamenti scorrelati delle due tipologie di sottostanti. E allora, cosa attendersi dal legame titoli bancari e spread? Al netto degli eventi esogeni, sicuramente occorre porre tanta attenzione personale. ‘Scontato’ quindi l’invito a un costante monitoraggio dell’andamento dello spread per capire, di riflesso ed in particolar modo, quello dei titoli bancari. E oltre al differenziale che potrebbe indicare una prima mappa farsi guidare dalla tendenza espressa dai grafici. Per quanto riguarda le valutazioni e i fondamentali ai livelli attuali ci sono molti casi di sottovalutazione interessante e di non poco.

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