Quando batte forte il vento del ribasso

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Tempesta su molti fronti, quella abbattutasi ieri sui mercati finanziari.

Al momento, comunque, va sottolineato che l’impostazione di lungo resta rialzista, sui principali indici azionari, come su altre asset class.

Quando batte forte il vento del ribasso

Diversi i fattori che hanno influito sulla performance della seduta di ieri.

In primis, i dati che confermano la situazione di recessione tecnica in cui sono ormai entrate le principali economie.

Dati che fanno eco, del resto, alla pesante situazione epidemiologica che ormai si riscontra in diverse aree geo-economiche.

Da non dimenticare l’ipotesi, e speranza, avanzata da molti, che andava nella direzione di un contenimento della pandemia da coronavirus nella stagione estiva.

Nella convinzione che, al pari di quanto solitamente verificato in materia di sindromi influenzali e respiratorie, queste tendono a regredire con l’aumentare della temperatura.

Ma così, evidentemente, non è stato.

E, quindi, il peggioramento della situazione sanitaria complessiva altro non ha potuto fare, che accompagnarsi ad un peggioramento delle prospettive economiche internazionali.

La situazione italiana. Modalità di spesa e problemi di tenuta politica?

Quanto all’Italia, vanno sicuramente evidenziati taluni ulteriori e specifici fattori di crisi, sia da un punto di vista economico, che politico e sanitario.

L’esecutivo ha incassato il voto positivo sullo scostamento di bilancio, con l’astensione delle opposizioni.

Tuttavia, il modo di procedere alla gestione delle risorse sinora ottenute non pare rappresentare un buon viatico per il futuro.

Opinione espressa non solo dalle opposizioni, ma anche dall’ex ministro Tria.

Nei decreti sinora varati per affrontare gli aspetti economici della situazione, è evidente soprattutto un tratto saliente. Il dirottare le risorse disponibili su una pluralità di interventi, approfonditi in diversi articoli di ProiezionidiBorsa, con il conseguente effetto di non destinarle in misura sufficiente a determinati ambiti, ma piuttosto di disperderle in mille rivoli.

Ragion per cui poi i soldi non bastano e bisogna ricorrere a nuovo indebitamento.

Non è certo un buon viatico neppure come immagine di chi si predispone a fare i compiti a casa, per tentare di ottenere qualche anticipo dei fondi europei.

Peraltro i voti positivi ottenuti dalla maggioranza non devono trarre in inganno.

Vi sono alcune situazioni, sulle quali si è meno concentrato il focus dei media, che non vanno sottovalutate in termini di situazione politica.

Mi riferisco, in particolare, alla mancata nomina di alcuni presidenti di commissioni parlamentari.

Come noto, infatti, i presidenti delle commissioni non ricoprono la loro carica per l’intera legislatura, ma cambiano con il mutare delle maggioranze politiche.

Ma evidenti dissidi nella compagine di maggioranza hanno comportato, invece, alcune presidenze leghiste e la mancata nomina, al loro posto, dei nuovi presidenti, espressione della maggioranza.

Ne è scaturito un clima di tensione anche nel Governo, con il Ministro Speranza, ad esempio, che si è allontanato non appena varata la proroga dello stato di emergenza da parte del consiglio dei ministri.

Il tema dell’immigrazione ed il processo a Salvini

Ieri, in effetti, l’attenzione dei media si è concentrata principalmente sul voto del Senato relativo al processo a Salvini, conclusosi con l’autorizzazione a procedere.

Prescindiamo dalle più diverse valutazioni, anche articolate e complesse, sotto il profilo legale e politico, che si possono fare. È comunque certo che l’occasione fa risalire alla ribalta della cronaca il problema immigrazione.

Problema che soprattutto in alcune aree del paese si va drammaticamente associando ad un problema di tenuta sociale.

Insomma, tra frizioni nella maggioranza e problemi di ordine pubblico, si è ingenerato un clima di incertezza che non è ovviamente quanto prediletto dai mercati, per usare un eufemismo.

Frizioni che si riscontrano proprio anche sul tema dei decreti sicurezza.

Recentemente la Corte Costituzionale ha bocciato una parte del testo varato quando Salvini era ministro, ma gli alleati di governo non sono concordi su come rivederli.

Tutto depone, quindi, per una generale situazione di frizione, mentre si addensano ulteriori dubbi sulla capacità di saper efficacemente gestire le eventuali risorse europee. Visto che sta prevalendo la logica dei contributi a pioggia, più che quella della definizione delle priorità.

Quando batte forte il vento del ribasso: riassumendo

Fattori internazionali ed interni non depongono certo a favore della attuale situazione legata ai dati economici, epidemiologici e politici. Per l’Italia assume poi particolare rilievo la situazione di tensione politica, interna alla stessa maggioranza, soprattutto su nomine, decreti sicurezza ed incapacità di un’efficace programmazione economica.

Tecnicamente, gli indici sono comunque tuttora inseriti in un trend rialzista di lungo termine, pur scontando le situazioni sopra evidenziate.

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT

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