Quali sono le banche che finanziano i combustibili fossili: sono da evitare?

Banche

Quali sono le banche che finanziano i combustibili fossili: sono da evitare? Nel sistema moderno, soprattutto di certe nazioni come quelle latine, le economie sono eminentemente bancocentriche? Cosa significa? Significa che i finanziamenti alle imprese provengono per la quasi totalità dalle banche. Nelle economie di stampo anglosassone, invece, sono più presenti altre forme di finanziamento a cui possono attingere le imprese.

Tra queste ci sono il venture capital, il business angeling, il crowdfunding ed altre.

E’ pur vero che sono minoritarie rispetto al ricorso alle banche, anche lì, ma ce n’è certamente un utilizzo molto superiore che da noi, per esempio.

Sia come sia, le banche rimangono i principali finanziatori delle imprese, a livello globale. Di conseguenza, le banche sono anche le principali finanziatrici di tutte le attività legate ai combustibili fossili. E, in un’epoca in cui questi sono finiti, ormai da tempo, sul banco degli imputati in relazione alle questioni climatiche, sapere quali banche li finanziano ha anche implicazioni etiche.

Perché molti clienti, ed anche molti investitori, dotati di un maggiore spirito etico, appunto, potrebbero fare altre scelte. Potrebbero decidere di fare a meno di un certo istituto di credito se sanno che questo finanzia attività non in linea con la loro responsabilità ambientale. Questa cosa, ovviamente, è ancora più importante a fronte delle scelte di BlackRock, il più grande gestore del mondo, e del fondo sovrano norvegese, il più grande del pianeta. Perché questi due enormi investitori hanno deciso di sfilarsi da ogni attività che non sia in linea con seri principi di investimento responsabile, quindi etico.

Quali sono le banche che finanziano i combustibili fossili, perciò? Sono da evitare, per questa ragione?

I dati sono del report “Banking on climate change – Fossil Fuel Finance Report 2020” di Rainforest Action Network. Sono evidenziati nelle due tabelle che seguono.

 

 

Come si vede, ogni istituto di credito degno di un certo nome, che sia vecchio o che sia nuovo, come fama e come capacità di finanziamento, non si esime dal finanziare le 2.100 società attive nel mondo nel campo dei combustibili fossili. Sono presenti anche le italiane Unicredit e Intesa Sanpaolo, con la prima che, sebbene più piccola della seconda, è più attiva in questo campo.

Ed eroga quasi il doppio dei finanziamenti alle società attive in questo settore rispetto all’altra.

Non stupisce che ai primi posti ci siano i colossi americani, e che chiuda la cinquina iniziale RBC, la più importante banca canadese. Anche nel “grande e bianco Nord” il petrolio, il carbone ed il gas naturale rivestono un’enorme importanza. Altri due istituti canadesi rientrano nella prima decina, insieme a due giapponesi ed all’inglese Barclays. Anche la Cina ha la sua forte presenza, così come il Vecchio Continente, ovviamente.

Tirando le somme, non c’è istituto bancario di portata globale degno di tale nome che si astenga dal finanziare, a tutt’oggi, investimenti poco etici come quelli legati all’esplorazione, sfruttamento e raffinazione dei combustibili fossili. Se avete un’anima etica, forse è meglio che vi concentriate su istituti medio-piccoli, che magari finanziano altre attività più in linea con la vostra sensibilità.

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