Quali sono i settori degli indici azionari più sottovalutati?

Indici azionari

Febbraio è stato uno dei mesi peggiori degli ultimi anni, e marzo promette di essere ben peggiore, se le cose continuassero così (ma qualcosa di positivo si muove all’orizzonte). Le azioni europee sono crollate dell’8,6%, il risultato peggiore negli ultimi 11 anni (nello stesso periodo del 2009 le perdite furono di -8,9%). In questa situazione, si potrebbe pensare che il segmento di mercato che negli ultimi mesi è salito maggiormente, quello growth, sia stato il più penalizzato. In realtà non è andata proprio così: ancora una volta i growth hanno fatto meglio dei value. Chi è stato a fare peggio, in questo caso? Quali sono i settori degli indici azionari più sottovalutati?

A pesare sul segmento value è stata soprattutto la cattiva intonazione degli energetici, in particolare dei titoli oil&gas come Royal Dutch Shell (EURONEXT:RDSA), Total SA e BP.

Quali sono i settori degli indici azionari più sottovalutati?

I settori delle Borse si dividono fondamentalmente in tre grandi fasce: i settori ciclici, quelli sensibili e quelli difensivi. Della prima fascia fanno parte i beni materiali, quelli di consumo ciclico, i servizi finanziari e l’immobiliare. Alla seconda sono ascrivibili i servizi di comunicazione, l’energia, gli industriali ed i titoli tecnologici. Nella terza ci sono invece i beni di consumo non ciclici, la sanità e le utilities. Nel settore ciclico, i prezzi più a sconto sono nei servizi finanziari, non a caso quelli che hanno sempre più sofferto nei momenti di crisi, almeno dal 2008 in poi, per poi risalire verso l’immobiliare e i beni di base.

Beni di consumo

Il settore con meno opportunità, al momento, appare quello dei beni di consumo ciclico. Nel settore “sensitive”, l’energia è chiaramente la parte più sottovalutata, per poi risalire verso le telecomunicazioni e gli industriali. Addirittura, nonostante le perdite, i titoli tecnologici appaiono, oggi, i più sopravvalutati. Nel settore difensivo, infine, le chance migliori le offrono, a pari merito, i beni di consumo non ciclici (le aziende impegnate nella produzione di alimenti, bevande, prodotti per la casa e per la persona, imballaggi o tabacco, e quelle che forniscono servizi come l’istruzione e la formazione), ed i titoli sanitari. Sopravvalutate e non a sconto, invece, le utilities.

Tiriamo le somme su quali sono i settori  degli indici azionari più sottovalutati

A seguito delle forti vendite seguite anche al recente fallimento delle trattative dell’OPEC+ (l’OPEC allargato alla Russia), ed al conseguente crollo del prezzo del petrolio, il settore energia appare quello scambiato ai prezzi più vantaggiosi rispetto a tutti gli altri, grazie a un rapporto Prezzo/Fair value (P/FV), come calcolato da Morningstar, noto ente di analisi indipendente, pari a 0,66. I comparti utility e tecnologia, invece, sono stati i migliori nel limitare le recenti perdite. Nonostante le recenti vendite, però, i due settori risultano essere quelli scambiati ai prezzi più alti un rapporto P/FV di 1,06, quindi ancora decisamente sopravvalutati rispetto alle medie storiche del mercato.

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