Quali sono gli alimenti che provocano più allergie nei bambini?

latte e latticini

Quali sono gli alimenti che provocano più allergie nei bambini? I bambini da piccoli sono più soggetti allo sviluppo di allergie. Ma come prevenire questa cosa? Quali sono i cibi che provocano più allergie nei bambini? L’allergia alimentare è una forma specifica di intolleranza ad alimenti o a componenti alimentari attivata dal sistema immunitario. Ci sono varie forme di allergie tra le più comuni c’è ad esempio quella al polline, che in primavera scatena l’ira di molte persone. L’allergia alimentare funziona un po’ allo stesso modo, ma la causa scatenante non è il polline, ma un cibo specifico.

Quali sono gli alimenti che provocano più allergie nei bambini?

Nei neonati che hanno un genitore allergico il rischio di sviluppare un’allergia alimentare è due volte superiore rispetto ai neonati i cui genitori non soffrono di allergie. Il rischio aumenta da quattro a sei volte se entrambi i genitori sono allergici. In base ai dati raccolti, l’allattamento al seno, comparato con l’alimentazione artificiale, ridurrebbe il rischio di allergia alimentare.

Tra gli alimenti più comuni che provocano allergia troviamo latte, uova, arachidi, soia, frutta oleosa e nichel. A questi si aggiungono cibi come pomodoro, birra, formaggio stagionato e fermentato, spinaci, funghi, cioccolato, tonno in scatola e fragole. Lo so, non darete mai la birra a vostro figlio, ma è giusto inserirla nella lista. I cibi tendenzialmente allergizzanti invece sono pesche, arance, uova, soia, latte di mucca, pesce, kiwi e crostacei.

Allergia e intolleranza, facciamo chiarezza

Allergia non è sinonimo di intolleranza. Le due cose sono diverse e non vanno sovrapposte. Si può essere allergici al grano oppure intolleranti al grano. L’intolleranza alimentare coinvolge il metabolismo ma non il sistema immunitario, come invece fa l’allergia. Un tipico esempio è l’intolleranza al lattosio o al glutine. Nel caso delle intolleranze alimentari occorre eliminare per qualche mese, sotto controllo medico, i cibi responsabili del disturbo, sostituendoli con altri capaci di soddisfare le esigenze nutrizionali dell’organismo. Dopo il periodo di astinenza, si può provare a reintrodurre gradualmente questi alimenti nella dieta.

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