Quali saranno i titoli azionari maggiormente penalizzati a Piazza Affari?

Piazza Affari

Tutti le azioni del Mib40 sono in rialzo a metà giornata, ma non tutte vengono premiate nella stessa maniera dagli acquisti. Perchè questo? Quali saranno i titoli azionari maggiormente penalizzati a Piazza Affari?

Tra quelle che salgono con meno entusiasmo ci sono le azioni bancarie, settore fortemente penalizzato nelle scorse sedute e che oggi rimbalza in modo contenuto. Eppure solo 10 giorni fà il comparto era in forte fermento, anche grazie all’opa che Intesa Sanpaolo aveva lanciato su Ubi. Su quella notizia le banche avevano cominciato a correre anche sulle voci di possibili ulteriori aggregazioni. Perché le banche salgono meno degli altri titoli?

Quali saranno i titoli azionari maggiormente penalizzati a Piazza Affari?

Acquisti prudenti sui titoli bancari

Dopo la debacle dei giorni scorsi, nel rimbalzo di oggi a Piazza Affari ci si aspetterebbe che i titoli bancari e il comparto finanziario in generale, facesse la parte del leone. Da titoli come Intesa Sanpaolo (MIL:ISP), Unicredit, Generali, Ubi Banca, ecc. massacrate nei giorni scorsi, ci si sarebbe aspettati che oggi facessero uno sprint rialzista. E invece niente.  Tutti in rialzo i titoli bancari, certo, ma con progressi contenuti, quasi prudenti. Sembra quasi che gli acquisti arrivino per motivi di riequilibratura di portafoglio che per vera convinzione di un possibile forte rimbalzo. Il motivo di questa prudenza sta nel nuovo scenario che si sta delineando di abbassamento dei tassi di interesse.

Per questo motivo fra i titoli azionari maggiormente penalizzati a Piazza Affari ci saranno quelli del comparto bancario.

Il calo dei tassi penalizzerà le azioni bancarie

La crisi del coronavirus inizia a presentare il conto fatto di una crescita economica rivista al ribasso e quindi di politiche monetarie delle banche centrali, fortemente espansive. Addirittura Goldman Sachs ipotizza che la Federal Reserve americana possa abbassare i tassi di 1 punto da qui a giugno. Tassi bassi e attività economica in contrazione sono due nemici letali per le banche, che guadagnano soprattutto prestando i soldi. Se il tasso scende, scende anche il margine di guadagno e se l’economia arranca anche chi produce fa fatica e chiederò meno soldi in prestito. Inoltre, coloro che hanno bisogno di liquidità spesso non hanno le garanzie minime richieste dalle banche per con cedere prestiti e mutui. Sembra ridicolo ma con l’acuirsi della crisi, per coprirsi dai rischi le banche prestano soldi solo a chi potenzialmente dimostra di averli. Così in fase di rallentamento del mercato, o di crescita zero come accadrà in Italia, anche i bilanci della banche ne soffriranno. Il mercato lo sa e non corre a fare incetta di azioni bancarie.

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