Quali imprese sopravviveranno al coronavirus?

Quali imprese sopravviveranno al coronavirus

Quali imprese sopravviveranno al coronavirus? Cosa ci attende dopo la diffusione della pandemia?

In Micro economia le imprese rispetto al prezzo di mercato si dividono in 3 categorie:

  • In perdita;
  • Profitto normale;
  • Extra profitto.

Qui analizzerò soltanto quelle relative al  primo gruppo ovvero quelle che sono in perdita.

Il costo medio delle imprese è formato da costi fissi ( che non variano con i volumi di produzione esempio affitto del capannone) e costi variabili (che  variano con i livelli della produzione esempio materie prime,  forza motrice, salari ecc).

Analizziamo due imprese entrambe in perdita: la prima a causa degli eccessivi costi variabili, la seconda per  gli eccessivi costi fissi.

Quali imprese sopravviveranno al coronavirus?

Soltanto la seconda, in quanto a qualunque livello di produzione avrà comunque una perdita fissa. L’altra produce sempre in perdita e quindi alzando  i livelli di produzione aumentano conseguentemente le perdite.

Sul mercato la seconda  cercherà di “ reggere” per migliorare  la sua efficienza, l’altra sarà costretta prima o poi a chiudere con un enorme deficit patrimoniale. Prima chiude meglio è!

La  crisi economica dovuta alla Pandemia  eliminerà immediatamente le aziende che non coprono  i costi variabili e metterà in crisi anche quelle che riescono a coprire solo i variabili ma non quelli fissi.

Quindi queste aziende, non potendo permettersi ” quel periodo di rodaggio per migliorare la propria efficienza” , saranno costrette a chiudere sebbene la loro produzione sia atta a coprire i costi variabili.

Quali sono le imprese di questo tipo ? Soprattutto le Start up, le quali hanno grinta e capacità, ma momentaneamente non hanno un  perfetto equilibrio economico.

Questo effetto delle cessazioni, se visto dalla fredda statistica economica, rappresenta solo un numero o una percentuale in una serie di dati,  ma dobbiamo  anche considerare le aziende per il loro valore sociale.

Le start up danno lavoro e  hanno il “Know How”, cioè le conoscenze e le competenze adatte, che mancano ad altre.

Il loro problema? sono ancora in fasce, come i neonati.  Grandi possibilità future ma bisognose di cure e attenzioni allo stato  primordiale.

La crisi farà strage di queste Start up.

Ricordiamo che Bill Gates, l’ uomo più ricco del mondo, aprì la sua attività nel garage di casa, cosa impensabile in Italia.

Vi è una soluzione? Si. Finanziamenti completamente a fondo perduto, salvo la sola e mera rendicontazione.

Se a queste società  ancora in fasce non sarà permesso di  reggere con finanziamenti strutturali a fondo perduto,  una parte  delle possibilità di incremento del  futuro PIL Italiano  andrà persa in partenza.

In un periodo di risorse limitate, un paese come l’Italia, afflitto da un debito eccessivo e con un rapporto Debito/PIL tra i più alti d’Europa secondo solo a quello della Grecia, questo dovrebbe far scattare il campanello di allarme ai nostri governanti. Personalmente suggerirei semplicità nei provvedimenti legislativi e un occhio di particolare riguardo alle piccole imprese. Se queste cesseranno difficilmente saranno rimpiazzate da altre.

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