Quali aiuti dall’UE per microimprese start up e piccole imprese

Riparte la corsa delle imprese per avere soldi

Un focus per capire quali aiuti dall’UE per microimprese start up e piccole imprese. La Commissione europea ha adottato una terza modifica che estende l’ambito di applicazione del quadro temporaneo per gli aiuti di Stato a sostegno dell’economia. Questo quanto si legge in apertura del comunicato del 29 giugno 2020. Con questo terzo intervento, la Commissione Europea intende affiancare in modo mirato la ripresa di un certo tipo di tessuto imprenditoriale. Vediamo quindi di mettere meglio a fuoco quali aiuti dall’UE per microimprese start up e piccole imprese.

Microimprese e piccole imprese

Per microimprese e piccole imprese si intendono le imprese con meno di 50 dipendenti e un fatturato annuo totale, e/o bilancio annuo totale, inferiori a 10 milioni di EUR. Quelle realtà cioè che sono state particolarmente colpite dalla carenza di liquidità, dovuta all’impatto economico dell’attuale pandemia di coronavirus. Una situazione che è sotto gli occhi di tutti, ma che ora anche la stessa Commissione ha formalizzato. Se non affrontate, si legge ancora “tali difficoltà potrebbero costringere al fallimento un gran numero di microimprese e di piccole imprese, causando gravi perturbazioni per l’intera economia dell’UE”.

Qual è il target a cui si rivolgono gli aiuti

L’obiettivo principale che si prefigge il citato “quadro temporaneo” è quello di fornire un sostegno mirato ad imprese “altrimenti redditizie” che versino in difficoltà finanziarie a causa della pandemia di coronavirus. Il fatto che venisse specificato che le imprese dovessero essere “altamente redditizie”, conduceva ad una scrematura tra imprese. Vale a dire che le imprese in situazioni di difficoltà ben prima del 31 dicembre 2019, non potevano essere ammesse agli aiuti quantomeno a norma del “quadro temporaneo” di cui sopra.

Comunque è lo stesso comunicato a specificare subito dopo quanto segue. Vale a dire che le imprese in difficoltà ancor prima dell’avvento dell’emergenza pandemica, avrebbero potuto beneficiare degli aiuti secondo le norme vigenti in materia di aiuti di Stato. E qui il comunicato rimanda in particolare ai cosiddetti “orientamenti per il salvataggio e la ristrutturazione”. Le imprese dovranno cioè definire piani di ristrutturazione solidi per ripristinare la redditività a lungo termine.

La modifica estensiva

La modifica introdotta qualche giorno fa estende in modo significativo la portata del succitato “quadro temporaneo”. Si offre cioè agli Stati membri la possibilità di adottare, all’interno del proprio ambito, forme di sostegno pubblico a favore di tutte le microimprese e piccole imprese. Cio’ significa estendere la portata degli aiuti anche a quelle realtà imprenditoriali, prima escluse, in stato di difficoltà finanziarie al 31 dicembre 2019.

C’è però una condizione imprescindibile. Vale a dire: le imprese potranno beneficiare di tali misure a condizione che non sia in essere una delle seguenti situazioni. Le imprese richiedenti aiuto non devono cioè essere sottoposte a procedure concorsuali per insolvenza, non devono aver ricevuto aiuti per il salvataggio (non rimborsati) e non devono essere soggette a un piano di ristrutturazione ai sensi delle norme sugli aiuti di Stato.

Quali aiuti dall’UE per microimprese start up e piccole imprese

La modifica, come anticipato, interviene anche a sostegno delle start-up, vale a dire delle nuove imprese emergenti, gran parte delle quali rientra tra le microimprese e le piccole imprese. Il focus è mirato, in particolare, alle start-up cosiddette “innovative”. Sarebbero queste infatti che potrebbero registrare perdite nella loro fase di crescita. Ma, a parere della Commissione, sono proprio le start-up a svolgere un ruolo fondamentale per la ripresa economica dell’Unione Europea.

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