Quale sarà il mercato migliore in cui investire domani?

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Il miglior mercato su cui investire nel futuro? Lo si conosce già. Un indizio: non è la Cina.

Il mercato migliore su cui investire secondo Credit Suisse

Investire significa anche saper guardare al futuro e all’evoluzione dei mercati. Per questo motivo Credit Suisse ha cercato di capire quale sarà il trend nei consumi per i prossimi anni. In un suo recente report, la banca svizzera conferma che i consumi saranno in aumento. Ma anche che non sarà più Pechino a guidare la classifica. Il sondaggio ha preso in considerazione i consumatori delle maggiori economie emergenti. nella fattispecie otto e per la precisione: Cina, India, Brasile, Indonesia , Messico, Tailandia , Russia e Turchia .

I risultati

Ebbene, i risultati lasciano piuttosto sorpresi. La fiducia dei consumatori, infatti, vedrà come primo protagonista il Brasile. Al secondo posto arriverà l’India e solo al terzo si sarà il Dragone. Il motivo è molto semplice. Nonostante la nazione rappresenti la seconda potenza mondiale, è inevitabilmente destinata a dover fare i conti con un rallentamento i cui sintomi già si intravedono. L’ultimo indizio è infatti la previsione ufficiale del Pil per i prossimi mesi.

Una nuova ciclicità

A registrare il calo peggiore sono stati i settori del lusso e quello dei beni durevoli. Un trend che, secondo gli esperti della banca, sarebbe però di natura ciclica. Il che suggerisce che anche nei mercati emergenti si sta sviluppando una ciclicità più forte di quanto inizialmente creduto. Questo risultato può tranquillamente essere la dimostrazione della prima conseguenza di una guerra commerciale con gli Usa. Una guerra che, sebbene lontana dall’essere chiusa, evidenzia anche un calo delle tensioni. Da qui la speranza, secondo molti analisti, che l’intesa possa essere raggiunta in tempi relativamente brevi.

Quale sarà il mercato migliore?  Pil in calo

Dopo un 2018 che era stato annunciato dai vertici politici a +6,6%, per il futuro le cose dovrebbero essere diverse. Infatti la cautela impone un ben più ampio range di valutazione. Range che va dal 6% al 6,5%. Una forchetta troppo ampia, ma soprattutto troppo votata al ribasso per dare tranquillità agli investitori. Infatti il 6,6 dell’anno scorso rappresenta il livello più basso mai raggiunto dal 1990. Ad ogni modo per Pechino viene comunque confermata, anche da Credit Suisse, una crescita strutturale fondamentalmente sana sia nei marchi locali che nei prodotti.

I vincitori

Le intenzioni di spesa della Cina, quindi, tenderanno ad abbassarsi nel prossimo futuro. Per la precisione, però, il trend è già in atto, secondo quanto evidenziato dagli analisti. Dove impera l’ottimismo? In due luoghi diametralmente opposti sia geograficamente che culturalmente: Brasile e India.

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