Quale è la tassazione in caso di atti di riconoscimento del debito?

Fisco

Assurdo ma vero: anche riconoscere di avere un debito, ha delle conseguenze sul piano fiscale. In particolare, se si firma una scrittura privata, con la quale si riconosce di avere un debito, si sappia che il Fisco tasserà quest’atto. Nella specie, riconoscere di avere un debito, significa ammettere di essere obbligato a corrispondere una determinata somma di denaro ad un soggetto. Detta dichiarazione unilaterale implica delle conseguenze a vantaggio del creditore. Cioè, una volta che la controparte ha riconosciuto il debito, il creditore è dispensato dalla prova della sua esistenza, in sede processuale. Nell’occasione, si ci impegna, anche a pagare o a compiere una determinata attività in suo favore. Allora, si ci chiede: “ quale è la tassazione in caso di atti di riconoscimento dei debito?”.

Quale è la tassazione in caso di atti di riconoscimento del debito?

Sulla questione di quale sia la tassazione in caso piatti di riconoscimento del debito, ricorrono due orientamenti. Alla stregua di una, l’atto va tassato ricorrendo ad un’imposta di registro in misura fissa, di 200 euro. In base all’altra, invece, la tassa è dovuta in maniera proporzionale sul valore dell’atto. In tal caso, avremo un’aliquota che va dall’1% al 3%, a seconda della tesi a cui si aderisce. Senonchè, sulla questione, la giurisprudenza è dovuta spesso intervenire data la sussistenza di opinioni controverse.

In particolare, nell’ambito di questa seconda tesi, vi sono due ulteriori orientamenti tra chi propende per l’aliquota più bassa e chi per quella più alta. Ebbene, secondo taluni, il riconoscimento del debito è un atto di natura dichiarativa, per cui si applicherà l’aliquota operante per detti tipi di atti. Essa è quella proporzionale dell’1% sul valore del debito riconosciuto. Secondo un altro orientamento, ferma restando la natura dichiarativa dell’atto, l’aliquota applicabile è quella del 3% ,sul valore della scrittura. Ciò in quanto a determinare la tassazione, sarebbe la natura di prestazione patrimoniale dell’atto.

La tesi rimasta maggioritaria, tuttavia, è quella che prevede la tassazione all’1%. Tuttavia, si sono alternate, negli ultimi tempi, pronunce diversificate tra chi si rifà alla tassazione fissa e chi invece applica l’aliquota. In definitiva, la perdurante divergenza sull’argomento, è riconducibile al fatto che la legge non stabilisce precisamente quali siano gli atti dichiarativi di contenuto meramente ricognitivo e quali quelli, aventi contenuto patrimoniale. Risulta quindi difficile inquadrarli esattamente a fini fiscali.

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