Qual è lo stato dell’economia italiana secondo la Banca d’Italia?

Scenari politici ed economici

Qual è lo stato dell’economia italiana secondo la Banca d’Italia? Gli effetti della pandemia continuano a pesare sull’economia globale. La contrazione degli scambi internazionali si è accentuata in aprile. Nelle ultime settimane sono emersi segnali di ripresa, ma restano significativi i rischi. Da maggio l’epidemia si è intensificata in alcune economie emergenti e negli Stati Uniti. Le misure espansive hanno favorito un rientro delle tensioni sui mercati finanziari, che rimangono tuttavia sensibili alle notizie sulla diffusione del contagio. Il Consiglio direttivo della BCE, nel frattempo, ha rafforzato l’orientamento espansivo della politica monetaria. Lo ha fatto ampliando la dimensione e l’orizzonte temporale del programma di acquisti, mirato a contrastare gli effetti della pandemia. Il programma proseguirà fino a quando non sarà superata la crisi.

In Italia sono emersi segnali di recupero in maggio, ma la ripresa è graduale. Il calo del PIL si sarebbe intensificato nel secondo trimestre. In base alle informazioni attualmente disponibili si collocherebbe intorno al 10%. La stima rispecchia l’andamento sfavorevole nel mese di aprile.

Gli indicatori congiunturali segnalano che in maggio si è avviata una ripresa dell’attività.

Le misure adottate dalla BCE e dal Governo hanno sostenuto il credito alle imprese. In Italia la crescita dei prestiti alle società non finanziarie in maggio ha raggiunto l’11,5%. L’espansione del credito si è estesa alle imprese familiari, con la progressiva riduzione dei ritardi nell’implementazione delle misure adottate dal Governo. Insomma, quali sono le prospettive dell’economia italiana secondo la Banca d’Italia?

Qual è lo stato dell’economia italiana secondo la Banca d’Italia?

L’attività economica dovrebbe tornare a crescere nella seconda metà dell’anno. In uno scenario di base, nell’ipotesi che la pandemia rimanga sotto controllo, il PIL si contrarrebbe del 9,5% in media quest’anno. Recupererebbe in maniera graduale nel prossimo biennio (4,8% nel 2021 e 2,4% nel 2022). Sviluppi più negativi potrebbero manifestarsi se emergessero nuovi rilevanti focolai epidemici a livello nazionale o globale.

Le iniziative europee potrebbero però favorire la crescita. Un miglioramento delle prospettive di crescita potrebbe infatti derivare dal rafforzamento delle politiche espansive attualmente in esame. L’approvazione e l’utilizzo efficace degli strumenti in discussione nell’Unione Europea può incidere direttamente. Può farlo sulla domanda, sulla capacità produttiva e sulla fiducia di famiglie e imprese. L’ammontare di risorse di cui sarà possibile beneficiare e il conseguente stimolo alla crescita dipenderanno dalla capacità di proporre e mettere in atto progetti di investimento validi.

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