QE: in arrivo una nuova ondata di dollari?

QE

 E’ in arrivo un nuovo QE dalla FED?

Dietro questa nuova ondata, tutt’ora in corso, di rialzi di borsa si cela, nemmeno tanto velatamente, l’attesa di nuove mosse espansive da parte della FED.

I tori più ingordi addirittura confidano non solo in un taglio dei tassi di interesse ma in una nuova fase di QE. Parliamo del Quantitative Easing introdotto anni fa da Bernanke in risposta alla crisi sub-prime.

Ipotesi che avrebbe del clamoroso dopo che soltanto a dicembre 2018 Powell e la FED prevedevano ben due rialzi dei tassi (se non tre) nel 2019!

L’attesa è il migliore nutrimento per le borse

In realtà per le borse l’attesa di possibili mosse monetarie espansive, che si chiamino QE o taglio dei tassi è la condizione migliore.

Per due motivi che ovviamente condizionano il pensiero degli operatori:

1 se la FED non è ancora intervenuta vuole dire che la situazione non è poi così grave

2 quando anche avvenisse un peggioramento dei dati macroeconomici gli operatori sanno che l’economia ha ancora le spalle coperte dagli interventi monetari attesi ma non ancora attivati…

I dubbi sulle modalità di riduzione del debito

In pratica l’unico dubbio riguardo al fatto che una nuova fase di QE possa precedere il taglio dei tassi di interesse riguarda la precisa volontà di Powell e della FED di ridurre il debito pubblico USA.

E quale migliore soluzione di stampare dollari per riacquistare bond governativi e, magari, come fece Bernanke qualche ulteriore asset tossico?
Che poi, che fine abbiano fatto questi asset acquisiti dalla FED rimane dubbio.

I titoli di stato sono stati certamente “cancellati”; mentre originariamente gli asset tossici dovevano essere man mano riscaricati nelle banche …

Ma è stato fatto? E’ manovra in corso? Sono stati cancellati?
Le ricerche sul tema per ora non hanno dato risposte chiare.

Certo è che la manovra di Bernanke ebbe effetti straordinari e fu alla base del superamento della crisi.
Inoltre portò benefici quanto prolungati effetti sulle borse specie, ovviamente, quelle americane.

Il dollaro troppo forte potrebbe favorire il QE

Una variabile opposta alle criticità che mossero Bernanke sta emergendo in queste settimane.

Infatti smaltita quell’ondata di dollari stampati e spesi come sopra descritto, ora il dollaro sta trovando la corretta collocazione di prezzo nei vari cross a cominciare dall’euro.

E un dollaro troppo forte certamente non piace alla Casa Bianca ma dubitiamo piaccia anche alla FED.

Quindi se proprio dobbiamo dare credito a un nuovo QE lo vediamo come mossa per abbattere il debito pubblico americano e nel contempo svalutare un po’ il dollaro.

Se la FED invece riterrà di occuparsi soltanto del ciclo economico i tagli dei tassi saranno arma più che sufficiente.

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