Prosegue la guerra dei dazi ma i mercati paiono vaccinati

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Se qualcuno pensava che il riaccendersi della guerra dei dazi tra Washington e Pechino potesse spegnere gli entusiasmi delle borse, sarà certamente rimasto deluso.

Con cautela, senza strappi particolari i listini USA proseguono la propria marcia ritoccando anche ieri massimi storici. Quota 3000 per l’S&P500 non è più un miraggio.

Se poi l’indice USA delle 500 aziende più importanti riuscirà a raggiungere la storica quota prima che l’effetto FED si faccia sentire sarà tutto da verificare nelle prossime sedute.

Tre punti percentuali sulle borse europee sono relativamente pochi ma sui principali indici americani, sempre più capitalizzati, sono una montagna dura da scalare anche in piena euforia.

Comunque tornando ai dazi pare che l’insistenza sul tema abbia irritato non poco il patron di AliBaba Jack Ma, il quale, pur avendo passato la mano, continua a fare sentire la sua voce.
Di fatto questa nuova iniziativa della Casa Bianca farà saltare, salvo reciproche marce indietro, la creazione , da parte del colosso cinese dell’e-commerce, un milione di posti di lavoro negli Stati Uniti.

Un progetto mega che avrebbe portato in casa di Amazon un serio concorrente. E a Trump un vantaggio non indifferente nei sondaggi di gradimento.

Bezos numero uno di Amazon si starà fregando le mani. E pensare che l’accordo con AliBaba era stato siglato a seguito di una iniziativa dello stesso Trump. E’ evidente che il tycoon sta giocando su più tavoli e si dimentica che nella politica, più che in ogni altro ambito i tavoli sono strettamente interconnessi tra loro.

Perché se è vero che Jack Ma è il più americano dei cinesi è anche vero che appoggiare una linea politica contro il suo paese gli avrebbe procurato diversi problemi col governo di Pechino e sino a prova contraria è proprio il pubblico cinese la parte più importante della clientela di AliBaba.

Tanto che ad una agenzia cinese ha dichiarato testualmente: “«Il commercio non è un’arma e non dovrebbe essere usato per cominciare le guerre, ma dovrebbe essere un fattore chiave per la pace» poi ha aggiunto che lavorerà duramente per ripristinare e favorire buone relazione tra Cina e USA (e vorrei vedere che Ma rinunciasse tanto facilmente al mercato americano….!) ma nel frattempo il dado è tratto e la tensione è alle stelle.
E pensare che l’accordo tra Trump e Ma è datato ancora prima che il magnate americano salisse alla Casa Bianca.

L’era dei dazi ormai è alle porte la prima tariffa del 10% su una serie già importante di prodotti cinesi scatterà il 24 settembre. Poi si andrà a crescere come aliquote , si prevede sino al 25%, e anche come catalogo di prodotti coinvolti l’ampliamento è già pianificato.

La guerra è appena agli inizi, difficile pensare che al di là della tregua euforica di questi giorni i listini abbiano già scontato tutto il caos e la tensione che ne deriverà.

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