Proposta di legge sul salario minimo a livello europeo

Von Der Leyen

Il tema del salario minimo è stato, da tempo, oggetto di interesse e dibattito da parte del Governo italiano, che sul punto ha presentato due proposte di legge, puntando ad una retribuzione non inferiore a 9 euro l’ora, Il tema, era, dunque, già all’esame del Parlamento, ma sinora non era stato raggiunto un accordo. Adesso, invece, è stato il Presidente della Commissione Europea, Von Der Leyen ad introdurre la proposta di legge sul salario minimo a livello europeo. Quindi, con la spinta dell’Unione Europea, il progetto potrebbe realizzarsi. Intanto, però, perseguendo le intenzioni, il nostro Presidente del Consiglio ha inserito il tema nelle linee guida del nuovo Piano nazionale di ripresa, prevedendone l’inserimento nel Recovery Fund.

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Progetto del salario minimo

Quindi, si è visto come la proposta di legge sul salario minimo, a livello europeo, ha trovato ristoro nelle parole dell’eminente rappresentante della Commissione UE.  Ella, infatti, ha esordito con le seguenti parole: «tutti devono avere accesso ad un salario minimo, o attraverso accordi collettivi o attraverso salari minimi per legge». Così la medesima si è espressa nella seduta plenaria a Bruxelles, durante il suo primo discorso sullo stato dell’Unione. Quindi, la Commissione presenterà una specifica proposta di legge. Lo scopo è quello di garantire ai lavoratori nei settori a basso tasso di sindacalizzazione, un livello di reddito collegato ad uno standard minimo dignitoso. In tal modo, ne deriva un rafforzamento della contrattazione nei settori in cui è più debole. Immediate e positive sono state le reazioni delle forze di maggioranza che, come detto, si erano già attivate con due proposte di legge sull’argomento.

Il salario minimo rappresenterebbe una riforma indispensabile per contrastare il cosiddetto dumping salariale e ridare dignità e futuro ai i lavoratori poveri e alle loro famiglie. Il dumping salariale, nella specie, integrerebbe una pratica commerciale scorretta che, proiettato nel mondo del lavoro indice a disparità di salario e trattamento. In particolare, si tratta di una disparità parametrata allo standard cui i lavoratori avrebbero diritto in base al paese di origine. Il tutto rapportato anche agli altri mercati del lavoro. Appare, dunque, ragionevole che il Piano Nazionale di Ripresa non possa prescindere da queste riforme. Infatti, la rinascita del mercato del lavoro deve passare necessariamente attraverso un sistema salariale più equo e avanzato.

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