Proiezioni e politiche economiche: quali prospettive?

Proiezioni e politiche economiche

Proiezioni e politiche economiche:In questi ultimi tempi si è fatto un gran parlare di proiezioni, di def, di misure e politiche economiche.

Spesso con pareri decisamente discordi tra le diverse istituzioni, ma ancora di più con opinioni nettamente divergenti sulle politiche economiche da adottare, in particolare per l’Italia.

A cura di Gian Piero Turletti, autore di “Magic Box” e “PLT

Ma su cosa si basano effettivamente le proiezioni economiche?

E quale impatto possono avere le politiche suggerite dai diversi organismi?

In questo articolo rispondo a tutti questi dubbi, questi quesiti, che spesso aleggiano nella testa dell’investitore, e cui spesso gli stessi organismi competenti non danno sufficienti risposte.

Ma affronteremo anche un tema particolare: il piano B di Mattarella ed i risvolti che ne potrebbero derivare.

Ma procediamo con ordine ed in tal senso ecco un indice degli argomenti trattati

  • Metodi economici proiettivi: su cosa si basano
  • Perché i dati spesso si discostano dai valori previsti
  • Su cosa si basano le proiezioni degli organismi internazionali
  • L’impostazione di politica economica del governo Conte
  • L’impostazione di politica economica alternativa suggerita da organismi internazionali, come il FMI
  • Il piano segreto di Mattarella

Metodi economici proiettivi: su cosa si basano

La maggior parte degli indicatori economici proiettivi si basa su una di queste due metodologie: indicatore semplice, ritenuto correlato al futuro andamento economico, oppure indicatore composito, costruito in base ad una pluralità di indicatori differenti, costituiti da variabili ritenute rilevanti nel ciclo economico.

Al primo tipo appartiene ad esempio la curva dei rendimenti.

Al secondo tipo un indicatore composito come il Cli pubblicato dall’Ocse.

Di solito a questa seconda categoria appartengono tutti quegli indicatori che sono costituiti, in genere, da medie ponderate di diversi elementi.

Esistono poi ulteriori metodi, basati invece sul calcolo della probabilità di una fase ribassista o rialzista dell’economia.

Si tratta di algoritmi che elaborano il grado di correlazione esistente tra un parametro, come potrebbe essere lo spread tra due diverse scadenze di titoli di stato, e il grado ad esempio di probabilità del verificarsi di una fase recessiva.

In realtà, più che un diverso tipo di indicatori, sono metodi diversi di usare i medesimi indicatori.

Perché i dati storici talora divergono dalle proiezioni

Dobbiamo sempre considerare che un indicatore proiettivo non è una sfera di cristallo infallibile, limitandosi a proiettare uno scenario probabilistico, non un futuro certo ed immodificabile.

Inoltre molti indicatori si comportano come una canale grafico rialzista o ribassista.

Entro tale canale sono possibili delle oscillazioni, che sono considerate fluttuazioni dentro un determinato trend.

La linea centrale del canale proietta certi valori, ma poi è presente una certa volatilità che fa variare i dati entro determinati range.

Per questo posso avere un canale che proietta, ad esempio, un determinato spread sulla curva dei rendimenti con determinati valori, ma è poi possibile che invece si abbiano valori diversi, perché ci sono scostamenti rispetto al valore statistico centrale.

Parimenti, un indicatore come la curva dei rendimenti potrebbe proiettare una fase espansiva, ma al tempo stesso potremmo trovare dati storici al ribasso, come quelli del PIL, in quanto siamo in presenza di oscillazioni del ciclo, la cui proiezione tiene conto di valori statistici.

Proiezioni e politiche economiche: l’esempio dell’Italia.

Pur con una curva dei rendimenti di pendenza rialzista, il pil ha subito una contrazione, ma poi sono usciti dati in rialzo, che hanno stupito gli analisti.

Questo fenomeno può essere interpretato come una tendenza economica ancora rialzista, che secondo i mercati obbligazionari dovrebbe continuare.

La fase ribassista è stata quindi interpretata come dato meramente correttivo in un trend di fondo.

Infatti i dati poi usciti in positivo parrebbero dare ragione alle proiezioni della curva dei rendimenti.

Lo stesso dicasi per la curva dei rendimenti USA.

La temporanea inversione tra le scadenze più brevi e quella decennali, ha trovato riscontro in successivi dati usciti in rallentamento, e poi in ripresa.

Su cosa si basano le proiezioni degli organismi internazionali

Ma allora, perché certi organismi internazionali, come il FMI, puntano il dito più sui dati contingenti negativi, che sulle proiezioni rialziste di paesi, come L’Italia?

In realtà, certi enti, più che guardare alle proiezioni, guardano ai dati che escono, e quindi se il pil è in contrazione, dicono recessione, e viceversa.

Spesso il loro scopo è quello di dare consigli, o indicazioni che per tali enti sarebbero utili, a singoli paesi, ma soprattutto quello di rifare i conti su parametri come debito/pil o deficit/pil, non tanto e non solo rispetto a dati proiettivi, ma soprattutto rispetto ai dati storici che escono con le pubblicazioni periodiche dei medesimi.

A questo punto, dobbiamo quindi domandarci cosa comportano certi dati negativi per L’Italia, anche se le proiezioni sono rialziste dal punto di vista economico.

L’impostazione di politica economica del governo Conte

Ovviamente il primo a dover fare i conti con certi dati è l’esecutivo in carica.

E le scelte di politica economica che un esecutivo può assumere, comunque riconducono non ad infinite opzioni, ma a due possibilità di fondo.

Intraprendere misure di rientro da deficit e debito, basate su inasprimenti fiscali e riduzione di spese, oppure puntare sulla possibilità di rilancio espansivo, basato su effetti moltiplicatori di certe misure, come defiscalizzazioni e capitoli di spesa (vedasi ad esempio il reddito di cittadinanza o la flat tax).

Proiezioni e politiche economiche: la Flat Tax

Al momento pare che il governo Conte non abbia ancora deciso definitamente cosa fare di certe misure, come la flat tax, del resto siamo solo in fase di stesura del Def, non della finanziaria.

In ogni caso pare prevalere un atteggiamento ancora orientato alla possibilità di spazi di ripresa di una fase espansiva, anche se si è preso atto di una revisione al ribasso di certe proiezioni sul pil.

L’impostazione di politica economica alternativa suggerita da organismi internazionali, come il FMI

L’atteggiamento prudenziale di certi organismi è invece evidente nelle misure proposte.

Ad esempio il FMI propone una tassazione sulle prime case, una sorta di patrimoniale aggiuntiva alle attuali entrate fiscali per correggere il tiro sui conti pubblici.

Il piano segreto di Mattarella

In questa sorta di confronto tra esecutivo italiano ed enti internazionali, si è fatta strada una possibile novità, riportata da diversi organi di stampa.

Il condizionale è ovviamente d’obbligo, quando si tratta di indiscrezioni legate a fonti non meglio precisate, cui avrebbero attinto detti organi di informazione.

Comunque si è parlato di un possibile piano di Mattarella, nel caso in cui la situazione economico finanziaria dovesse sfuggire di mano.

Mattarella, secondo tali indiscrezioni, imiterebbe le mosse del suo predecessore Napolitano, quando nominò Monti senatore a vita.

La stessa cosa si ripeterebbe con Draghi, per candidarlo quindi ad una guida di un nuovo esecutivo.

Naturalmente sorgono spontanee alcune domande, a fronte di una tale ipotesi.

Quali forze dovrebbero sostenere un tale esecutivo, e per mettere in atto quale politica?

Dal tenore dell’indiscrezione, parrebbe che si voglia imitare una sorta di tentativo di rimette in forse le politiche sin qui seguite, per dare invece voce a misure rigorose maggiormente concordate in sede europea, come già fece a suo tempo Monti.

Ma qui l’ipotesi sembra decisamente vacillare.

Infatti le forze che dovrebbero formare la maggioranza vanno dal PD e Forza Italia ai 5 stelle.

E’ già evidente che si tratta di forze con idee decisamente diverse, e i 5 stelle dovrebbero, peraltro, sconfessare l’operato del proprio precedente esecutivo.

Inoltre la cura Monti, non sortì certo i risultati sperati. I i conti pubblici conobbero un peggioramento e non un miglioramento, sotto il suo esecutivo.

Le Elezioni europee

A parte, quindi, ipotesi sul cui fondamento è lecito dubitare, quel che è certo è che la maggior parte delle questioni di politica economica è rinviata al dopo elezioni europee.

Eventuali nuovi equilibri ed eventuali prospettive alternative agli attuali scenari, potranno meglio essere definiti solo conoscendo l’esito del voto.

Per il momento è rassicurante notare una mancata inversione della curva italiana, e dati economici che hanno sorpreso in positivo.

 

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