Produzione industriale: Italia a rischio recessione!

produzione industriale

Molto contraddittori i dati odierni sulla produzione industriale in Italia che hanno fatto molto meglio delle attese ma hanno segnato una variazione negativa scendendo parecchio dall’ultima rilevazione.

Considerato tutto potrebbe essere un fenomeno stagionale come conferma il confronto col consensus.

Certo  è che dopo i dati straordinari sull’occupazione risultata ai minimi dal 1977 questi numeri debbono fare tenere alta la guardia.

L’Italia è ancora seriamente a rischio di recessione.

Un po’ come tutta l’Unione Europea.

Tabella dati produzione industriale in Italia

    Produzione industriale italiana (Annuale) (Giu) -1,2% -2,1% -0,6%
    Produzione industriale italiana (Mensile) (Giu) -0,2% -0,3% 1,0%

Valutare se è più corretto pesare maggiormente l’avere battuto le attese o viceversa dare più importanza alla discesa percentuale è operazione discretamente oziosa.

Quello che conta è prendere atto che la produzione industriale italiana non si è ancora ripresa e che il nostro Governo farà bene ad avere aspettative molto limitate riguardo alle manovre di BCE e Commissione UE.

Chi fa da sé…

Insomma la sensazione è che per riavviare il motore della produzione ogni nazione dell’area euro dovrà discretamente arrangiarsi.

Facendo conto sulle iniziative di Bruxelles e Francoforte soltanto come elementi di complemento.

Restiamo dell’avviso che iniziative come l’accordo denominato “la via della seta” con la Cina vadano replicati più o meno con tutte le nazioni extra UE.

D’altronde, da molto tempo ormai, la bilancia commerciale italiana sorride riguardo alle nazioni fuori dall’Unione mentre risulta regolarmente negativa verso l’UE.

Sostegno sì ma al Made in Italy serve la qualità

L’Associazione Industriali reclama costantemente aiuti e sostegno dal Governo di turno.

In modi più o meno accesi a seconda dei rapporti sommersi che caratterizzano le dinamiche interpersonali tra i vertici di turno.

A parte questo aspetto, che lascia comunque perplessi, è opportuno chiarire un punto.

Giusto reclamare aiuti, ma prima ancora è necessario proporre prodotti di qualità ed  agire al meglio anche nel post vendita.

Il Made in Italy , quello vero, non quello commissionato fuori dai confini, non godrà mai di un costo del lavoro competitivo, specie rispetto a quanto prodotto neipaesi emergenti.

Per questo motivo è importante tornare a proporre la massima qualità possibile dei nostri prodotti.

Qualità che risulta anche il perfetto antidoto avverso alle contraffazioni del prodotto italiano che, dall’abbigliamento all’alimentare, sono diffuse a livello globale.

E non parliamo solo di Cina e/o emerging ma persino negli Stati Uniti!

Insomma il pallino  della questione produzione industriale rimane sempre prioritariamente in mano agli imprenditori.

Lo Stato può e deve agevolare, ma non potrà mai sostituirsi se non semmai per le ormai poche aziende a partecipazione pubblica.

Approfondimento

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