Produzione industriale: Francia e Italia in ripresa

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Mentre la Francia si accontenta di una dato della produzione industriale uscito a +0.3% superiore al consensus di +0.1%  (ma di molto inferiore al precedente +0.8%) , l’Italia batte sia il consensus che i dati precedenti e questo sia su base annuale che mensile a conferma di un ritrovato smalto delle aziende italiane:

Produzione industriale francese (Mensile) (Ago) 0,3% 0,1% 0,8%
Produzione industriale italiana (Annuale) (Ago) -0,8% -2,0% -1,3%
Produzione industriale italiana (Mensile) (Ago) 1,7% 0,8% -1,6%

 

E’ vero che il dato italiano annuale mantiene il segno meno ma la spinta del fattore mensile è tutt’altro che irrilevante e destinata se confermata a mutare significativamente anche le prossime rilevazioni annuali.
Staremo a vedere nei prossimi mesi .
Per ora risulta sterile ed improduttivo attribuire meriti al precedente o all’attuale governo visto che i due dati porterebbero al momento a dividere i meriti. Appunto soltanto prossime conferma di questa ripresa daranno credito all’ipotesi che le manovre del nuovo governo abbiano ridato slancio e fiducia alle imprese. Al momento servono conferme ogni giudizio tranciante sarebbe prematuro ovvero preconcetto.

Certo fa piacere per una volta surclassare, sul dato mensile, i transalpini sempre portati a un dispregio nei nostri confronti. Atteggiamento che li porta costantemente ad affiancare la Germania nelle prese di posizione contro di noi.
Il tutto in cambio di qualche deroga …anziché far fronte comune con l’Italia come sarebbe logico vista la comunanza del ciclo economico, Parigi si sente alleato privilegiato di Berlino,  non rendendosi ben conto che invece trattasi di mero vassallaggio, magari di qualche gradino più vicino al vertice del nostro ma pur sempre servile. E i vantaggi maggiori sappiamo chi li riceve.

Stiamo pur certi che se la Francia non si fosse in qualche modo svenduta in cambio delle sue annuali deroghe la Germania non avrebbe campo libero per superare impunita ogni anno i budget di esportazioni industriali per  migliaia di miliardi.

I francesi intanto però hanno presentato il loro bilancio, con deroga concessa per portare il rapporto deficit PIL annuale al 2,8%, budget che non sta ricevendo alcun marchio di infamia come accade col nostro pure limitato al 2,4%.

Un giochino che ci vede ai margini ma che ben poco ha a che vedere con un Unione costruita su solidi principi e regole ed equilibri uguali per tutti i membri dell’unione stessa.

Nella prossima primavera si terranno le elezioni europee, in base agli ultimi sondaggi peraltro pubblicati da soggetti collegati alle lobby di potere, per contrastare l’ondata degli euroscettici  tutti gli altri partiti dovranno coalizzarsi in una grande ammucchiata eterogenea per mantenere la maggioranza.
Potrebbe essere il colpo di grazia per una unione mai veramente concretizzatasi.

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