Prodotti tipici, un business mangiando sano

Prodotti tipici

L’agroalimentare è in crescita, grazie ai prodotti tipici del territorio l’economia regge. Il business dell’agroalimentare inizia a dettare la linea in Europa. I nostri prodotti riconosciuti Dop e Igp fanno da traino. Non è un caso che per l’Unione Europea sugli 822 protetti ben 299 sono Made in Italy. Una precisazione, parliamo di food. Per il vino le soddisfazioni sono ancora di più.

Eppure agli inizia degli anni Novanta i nostri prodotti venivano visti con diffidenza. Nonostante la crisi globale, i prodotti della terra italiana si sono presi una bella rivincita: fatturato all’origine circa 7 miliardi di euro. Si passa a 14,7 miliardi al consumo e un giro d’affari all’estero di 3,5 miliardi.

I numeri sono tutti positivi: produzione aumentata del 46%, consumo del 63% il boom è stata l’esportazione addirittura triplicata. Numeri da far leccare i baffi è  proprio il caso di dirlo.

Fare sistema per contare di più

Ma un punto va messo in evidenza, rafforzandosi tutti i prodotti tipici ne guadagna l’intero comparto, tanto che tra gli stessi produttori, siano essi industriali che artigiani è ricorrente fare sistema.  Non bisogna abbassare la guardia: perché solo 15 prodotti italiani tirano le fila, citiamo tra i più importanti Parmigiano Reggiano, il Pecorino Romano, la Mortadella di Bologna, la Mela della Val di Non , agli altri restano le briciole.

Iniziano a togliersi soddisfazioni la Mozzarella di bufala campana e la Burrata di Andria.

L’Europa ci aiuta

Una manna dal cielo viene anche dagli accordi commerciali anche se sulla tutela internazionale non ci siamo ancora e al di fuori dei confini Ue facile rimanere vittima di falsi e contraffazioni.

L’ultimo accordo, in attesa del via libera, tra Cina ed Europa, prevede il mutuo riconoscimento di cento prodotti a indicazione geografica. Una ulteriore iniezione di fiducia.

La Cina è il secondo mercato per l’agroalimentare Ue con esportazioni dal valore di 12,8 miliardi.

Ma sono i dazi Usa a impensierire. Le scure di Trump di applicare dazi aggiuntivi su un ammontare di circa 7,5 miliardi di dollari relativi a prodotti importati dall’Ue, si fanno sentire.

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