Prelievo forzoso, conviene portare i soldi all’estero?

Come evitare i controlli sul prelievo dei contanti

Prelievo forzoso, conviene portare i soldi all’estero? Con un probabile provvedimento di prelievo forzoso , è normale che ogni contribuente si ponga la domanda di come evitarlo. Una delle soluzioni che viene prospettata è quella di aprire un conto corrente in un paese straniero. Di fronte a questa scelta la domanda è d’obbligo: in previsione di un prelievo forzoso, conviene portare i soldi all’estero?

Che cos’è un prelievo forzoso e come funziona

Prima di analizzare vantaggi e svantaggi di portare i soldi all’estero, vediamo cos’è un prelievo forzoso. In pratica si tratta di una tassa una tantum che viene applicata sulle liquidità in giacenza sui conti correnti e conti deposito dei contribuenti italiani. Di fatto è una procedura straordinaria che colpisce i contanti detenuti dai risparmiatori.

L’ultimo precedente storico risale al 1992. Nella notte tra il 9 e il 10 luglio di quell’anno il Governo Amato applicò una patrimoniale del 6 per mille. Il provvedimento fiscale riguardò tutti i contanti detenuti dagli italiani sui propri conti correnti.

Si possono portare i soldi all’estero?

Considerato come funziona il prelievo forzoso, la prima soluzione che viene in mente è quella di aprire un conto corrente all’estero dove depositare la liquidità. Può essere la soluzione più adatta? Dipende. Aprire un conto corrente su una banca estera ha i suoi vantaggi ma anche le sue limitazioni.

Occorre fare delle precisazioni. Aprire un conto corrente all’estero è una operazione lecita. Non è vietato portare i soldi all’estero purché lo si faccia in modo legale. Occorre rispettare i limiti imposti dalla legge. Inoltre questi soldi devono derivare da attività lecite e legali, i cui profitti sono stati dichiarati alla Agenzia delle Entrate.

Insomma, se si pagano le tasse e si rispettano i limiti dell’importo per l’esportazione di valuta, non è vietato portare soldi su un conto estero.

Con un prelievo forzoso, conviene portare i soldi all’estero?

Ma risolve il problema del prelievo forzoso? Sì e no. I soldi depositati su un conto corrente all’estero si denunciano al Fisco se la giacenza media annuale è superiore a 5000 euro. Se si superano questi limiti è obbligatorio inserirli nella dichiarazione dei redditi, quindi il Fisco viene a conoscenza del conto estero.

Sapendo del conto in teoria potrebbe, in caso di prelievo forzoso, applicare ugualmente il provvedimento anche su un conto estero. Questo perché il conto e il capitale depositato, sono intestati a un contribuente italiano. Ma applicare un prelievo forzoso sul conto corrente di una banca estera è molto più complicato che applicarlo a quello di una banca italiana

In conclusione

Aprire un conto corrente all’estero per sfuggire un prelievo forzoso, non è la soluzione definitiva, ma può essere una scappatoia efficace. Specialmente se il governo per applicare il prelievo forzoso ha necessità di agire in fretta. Esattamente come fece il Governo Amato in una notte d’estate del 1992

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