Che non ci sia la manina della Cina dietro le posizioni espresse da Giuseppe Conte rispetto alla possibilità di aumentare la spesa per le armi del 2%. Non foss’altro che lo avevamo lasciato filocinese con la liaison sugellata dalla Via della seta, e lo ritroviamo nell’elenco dei presunti filo putiniani. Certamente Giuseppe Conte punta ad una de-escalation come lui stesso ha dichiarato e altrettanto certo è la sicura condanna alle morti di civili della guerra in Ucraina. Siamo consapevoli che parlare di putiniani è un po’ una forzatura, un neologismo venuto fuori dal grande conflitto che anima i dibattiti di questi giorni. Così come siamo convinti che ogni opinione e posizione sia legittima. Però guardiamo e analizziamo i fatti.
Maggioranza parlamentare
L’Italia, fa parte della NATO e dell’Unione, quindi piaccia o no è tenuta ad allinearsi altrimenti rischia di essere fuori dall’Alleanza e dall’Unione. Il punto è che l’ex Premier fa riferimento ad una maggioranza relativa dell’attuale governo Draghi. Non vuole la crisi di Governo però è pronto a far valere la sua posizione, e verosimilmente quella di molti del Movimento, rispetto all’aumento di spese militari. Che di fatto, all’orizzonte, ci fa intravedere momenti difficili per la tenuta del Governo. E francamente viste le emergenze in corso, non ce lo potremmo permettere.
Potrebbe esserci crisi di governo all’orizzonte a causa delle previsioni di spesa per le armi
«Bisogna mantenere la massima concentrazione per la de-escalation. Tutti gli interventi siano orientati verso la soluzione politica, l’Italia deve premere per questo». Quindi stando alle sue parole non si tratterebbe di essere filo-putiniani, e questo l’avvocato lo ha chiarito bene, ma di «esercitare un ruolo importante nell’ambito dell’UE». E ha proseguito «è bene che il Premier Draghi possa sentire Putin nei prossimi giorni». Le dichiarazioni sono estrapolate dall’intervento durante la trasmissione di Lucia Annunziata «Mezz’ora in più».
I dubbiosi
Giornalisticamente, molte testate registrano dei tentennamenti per cui tra gli indecisi. Memori di periodi scanditi da antiche amicizie con Putin, tra i poco convinti ci sarebbero Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e lo stesso Conte. Tra i convintissimi e forti sostenitori dell’aumento delle spese ci sarebbero invece Giorgia Meloni (che non è in maggioranza), il PD e i pentastellati che pendono per Luigi Di Maio. Quindi potrebbe esserci crisi di governo all’orizzonte, a causa, delle previsioni di spesa per le armi. Chiaramente l’auspicio è che tutto si risolva prima con un ritiro delle truppe russe che nell’ultim’ora avrebbero lasciato Kiev.
Intanto in queste ore i grillini sono al voto per esprimersi sulla leadership da dare al Movimento dopo i fattacci relativi all’ordinanza del Tribunale di Napoli. Le votazioni termineranno stasera alle 22.