Potenza di fuoco e un mare di soldi per rilanciare l’economia italiana

Potenza di fuoco e un mare di soldi per rilanciare l’economia italiana

Quattrocentomiliardidieuro, è impressionante anche solo la parola a lettere. A numeri non è da meno. E a soldi veri chissà quanti giorni ci vogliono per contarli euro-euro. Potenza di fuoco e un mare di soldi per rilanciare l’economia italiana, ha detto il premier. E siamo certi non si sarà discostato troppo dalla realtà. Lo shock economico “portato in dote” dal coronavirus è senza precedenti. Pensiamo alla Pianura Padania, letteralmente devastata da un mese e mezzo, e che prima di un altro mese buono non oserà neanche varcare la porta di casa. Pianura Padana, come a dire metà e passa del Pil italiano. Il Governo era davanti a un bivio: affossare il Paese nella polvere (sulle orme di Napoleone) o fare “il” passo che tenesse tutto in piedi. Sappiamo anche che già da domani si parlerà dei conti pubblici. Esplosi. Schizzati. Enormi. Ma, appunto, da domani. Ora però parliamo della misura.

Dal discorso del Premier

In conferenza stampa il Premier ha precisato che 200 mld di euro andranno a sostegno del mercato interno, altrettanti per irrobustire quello legato all’export. Alla lettera, una potenza di fuoco e un mare di soldi per rilanciare l’economia italiana. Che coinvolge anche la sospensione dei vari pagamenti fiscali, contributi e ritenute per il bimestre aprile e maggio. Tantissima roba. Il Capo del Governo  ha inoltre confermato la tutela dei gioielli aziendali nostrani (golden power) contro possibili scalate ostili (estere). Le quotazioni stracciate di questi giorni di molte blue chip richiedeva appunto argini e mura spesse contro eventuali sciacalli. Pronti a fare incetta e riempirsi la pancia di “pasti gratis”. Ma a spese altrui.

Le garanzie sui prestiti

Sull’Italia arriva quindi una potenza di fuoco e un mare di soldi per rilanciare l’economia italiana. Sul fronte dei prestiti alle aziende, la garanzia dello Stato sarà risoluta: o le aziende ripartono immediate o saranno tutte lì in fila in tribunale per gettare le chiavi. Questo è il bivio. Tecnicamente il Governo procederà mediante un potenziamento del fondo centrale di garanzia per le PMI. Ad esso si affiancherà poi il finanziamento dello Stato attraverso Sace (sempre rimasta dentro il perimetro CDP), ovvero la stampella che terrà in piedi le esportazioni. L’obiettivo primo è in soldoni sorreggere l’ossatura produttiva nazionale, la piccola-media industria. O risorge, e con essa anche le famiglie che direttamente o con l’indotto ci vivono, o è la fine. Elementare.

La primavera, quella economica, arriverà poi

La conferenza stampa – e non si sa se era nel copione o meno – è comunque terminata con una nota di speranza. Che rimanda alla primavera, economica ovviamente. Per essa c’è tempo, ha detto il Premier, in un mix di tristezza – perché sottintende siamo ancora in inverno cupo e pieno – e di speranza – che i semi dell’oggi portino i frutti del domani. Staremo a vedere. Da oggi si parte con una potenza di fuoco e un mare di soldi per rilanciare l’economia italiana

Poi ci sarà la fase del lavoro, dell’attesa, della cura. Stile la pianticella del contadino. E mai come questa volta lo slogan “Cura Italia” calza a pennello. Ma non per fare riferimento a un decreto (quello di metà marzo), ma a un invito, un nuovo Inno di Mameli. Una sorte di tatuaggio che inevitabilmente ognuno di noi dovrà marchiarsi. O ci si risolleva, o – signori – non abbiamo un piano B.

Consigliati per te